Cultura

Le Figlie di Maria: un’opera da salvare

Ingrid Vernice
Le Figlie di Maria: un'opera da salvare
La scultura fa parte del patrimonio artistico della Chiesa Matrice. Il Rotary ha avviato una serie di iniziative, rivolte alla cittadinanza, che permetteranno di raccogliere fondi per il nobile scopo
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Da qualche tempo il gruppo scultoreo “Le figlie di Maria” ha abbandonato la sua nicchia all’interno del Duomo cittadino per recuperare la sua antica grazia e procedere alle operazioni di restauro.

Si tratta di un passo importante per la città di Corato, poiché la scultura è legata alla figura di Luisa Piccarreta. La Serva di Dio, infatti, soleva pregare dinanzi alla statua e in più, all’età di undici anni, si iscrisse proprio all’associazione Le figlie di Maria. Un doppio legame, quindi, che ha rischiato di finire nel dimenticatoio.

Il restauro del gruppo scultoreo comporterà però un notevole impiego di risorse: per questo il Rotary ha deciso di avviare una serie di iniziative, rivolte alla cittadinanza, che permetteranno di raccogliere fondi per il nobile scopo, a cominciare da un torneo di burraco in programma il prossimo 3 dicembre presso lo Sporting Club Corato, associazione che collabora all’iniziativa.

«Da sempre siamo sensibili al tema della valorizzazione dei beni culturali, crediamo fortemente nei progetti che ci permettono di restituire un po’ di bellezza al nostro territorio e per questo ci impegniamo in modo da recuperare le risorse finalizzate» spiega il presidente del Rotary, Gianfranco Tarantini. «Dopo il restauro della volta di San Giuseppe, il restauro dell’incunabolo, il libro più prezioso di Corato, in collaborazione con la Fidapa e il progetto delle mattonelle con codice Qr per ricevere tutte le informazioni utili in modo da conoscere meglio le bellezze della città, non potevamo rimanere indifferenti alla richiesta di aiuto del vicario zonale don Peppino Lobascio».

Ad occuparsi del restauro sarà Anna Maria La Monica, già restauratrice anche del Cristo in croce sempre presente all’interno della Chiesa Matrice. Gli interventi sono complicati anche da precedenti restauri che hanno interessato l’opera con risultati disastrosi. «Non sono stati mantenuti i colori originali – spiega Anna Maria La Monica – e questo ha compromesso la bellezza non solo dei dettagli, ma dell’intera opera».

L’opera
Realizzata in cartapesta leccese, la scultura è opera dello scultore Raffaele Caretta. Datata 1914 rappresenta il perfetto esempio delle opere del Caretta, abile decoratore, famoso anche per la sua estrema attenzione ai dettagli ed il suo innato senso estetico. La delicatezza e l’eleganza del gruppo sono state però rovinate dai precedenti restauri, che ne hanno alterato le cromie, facendo perdere alla scultura tutto il suo antico splendore.

Chi è Raffaele Caretta
Nacque a Lecce il 18 febbraio 1871 e fu allievo apprendista dapprima di Antonio Maccagnani e successivamente divenne discepolo e poi capo giovane di bottega di Giuseppe Manzo. Raggiunge i migliori risultati nei lavori ad altorilievo e bassorilievo per altari, accostando scenografia, pittura e scultura. Morì a Lecce il 17 giugno 1950. Tra i suoi allievi si ricordano Emilio Bruno e Giovanni Colella.

giovedì 23 Novembre 2017

(modifica il 23 Luglio 2022, 0:10)

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Maurizio Quinto
Maurizio Quinto
6 anni fa

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