Cultura

Da stasera il 49esimo “Pendìo”, per la prima volta in largo Abbazia

La Redazione
La 48esima edizione de "Il Pendio" in larghetto Mastrosanto
Come sempre il primo atto sarà la premiazione dei partecipanti, che si terrà alle 19 nel chiostro del Comune​. Subito dopo, in largo Abbazia, seguirà l'inaugurazione della mostra
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Inizia questa sera la 49esima edizione de “Il pendio”, la mostra concorso che premia gli artisti più promettenti del mezzogiorno d’Italia.

Come sempre il primo atto sarà la premiazione dei partecipanti, che si terrà alle 19 nel chiostro del Comune. Subito dopo, in largo Abbazia, seguirà l’inaugurazione della mostra.

La manifestazione verrà allestita per la prima volta nella piazza del centro storico recentemente riqualificata, dopo la rinuncia alla storica collocazione lungo il Pendio “Brisighella” – da cui la mostra prende il nome – e in larghetto Mastrosanto.

La decisione è stata presa dalla Pro Loco “Quadratum” – che organizza l’evento – in quanto, dopo alcuni sopralluoghi, è emerso che la situazione degli edifici «mette a rischio la sicurezza e l’incolumità degli operatori e dei visitatori. Le condizioni igieniche e lo stato di notevole degrado della zona sono sotto gli occhi di tutti e la stessa situazione si verifica in altri luoghi possibili per la mostra, come ad esempio chiostra D’Onofrio».

mercoledì 23 Agosto 2017

(modifica il 23 Luglio 2022, 5:48)

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 "salvatore di gennaro"
"salvatore di gennaro"
6 anni fa

Sempre assai attiva ed efficiente la Pro loco, guidata da Gerardo, coadiuvato dai suoi storici, validi ed entusiasti collaboratori. Peccato che il tutto cozzi contro la parola “degrado”, emersa dall'articolo: può essere che tale circostanza debba inevitabilmente essere associata a qualunque zona del sud, senza che qualcuno reagisca o faccia qualcosa per combatterla? Certo la ipernatalità del meridione e la conseguente mancanza di prospettiva di un lavoro, spingono i ragazzi a bighellonare senza un ideale, senza una meta, e la vandalizzazione dei luoghi da loro frequentati ne è il risultato. Né la scuola, non certo per demerito dei dirigenti e dei docenti, ma per colpa di governi che da cinquant'anni la usano come banco di prova dei loro fallimenti, aiuta questi ragazzi.