Cultura

Dal dio Forco al volo di Alessandro Magno, la storia di Corato in un bassorilievo

Ingrid Vernice
Il bassorilievo situato all’esterno della Chiesa collegiale di Santa Maria Maggiore
Giuseppe Magnini e Mario Piccarreta fanno chiarezza: il primo, in veste di appassionato studioso d'arte locale, il secondo quale autore di pubblicazioni di storia ed arte relative al nostro territorio
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Qual è il fil rouge che unisce Corato alle gesta del condottiero Alessandro Magno? In quale epoca possiamo collocare la nascita della città di Corato? A queste, e a molte altre domande hanno cercato di fornire una risposta gli ospiti dell’incontro “Il volo di Alessandro Magno: storia e riscoperta di un tema diffuso in Italia meridionale ed oltre” svolto sabato all’interno del Museo della città e del territorio. A introdurre il tema Maria Pia Sardano, operatrice della cooperativa Sistema museo.

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Il focus della serata è incentrato sullo studio del bassorilievo situato all’esterno della Chiesa collegiale di Santa Maria Maggiore, ossia il Duomo di Corato. La ricostruzione iconografica di ciò che la lastra rappresentasse realmente, nel corso degli anni è stata oggetto di diverse interpretazioni; proprio per fare chiarezza su tutto ciò, sono intervenuti Giuseppe Magnini e Mario Piccarreta, il primo, in veste di appassionato studioso d'arte locale, il secondo quale autore di pubblicazioni di storia ed arte relative al nostro territorio.

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«Il museo non è solo un luogo di esposizione delle opere, ma anche e soprattutto di ricerca e di studio» ha esordito Maria Pia Sardano, lasciando poi spazio all’intervento del Piccarreta, il quale con un breve excursus storico ha supportato la tesi che la città di Corato, seppur in maniera del tutto embrionale, trovi le sue origini già nel periodo della seconda dominazione bizantina. Lo studio di Mario Piccarreta rappresenta una sorta di zoom sulla storia locale al fine di risalire ai tempi di fondazione veri e propri, molto distanti dalle prime date documentate negli scritti storici arrivati sino a noi.

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Ha poi preso la parola lo studioso Giuseppe Magnini che ha fatto luce sul grande fraintendimento che per molti anni ha interessato una lastra rettangolare in pietra calcarea, situata sul lato sinistro della Chiesa Matrice cittadina. Per molti anni si è pensato che il bassorilievo raffigurasse il Dio Forco, divinità primordiale della mitologia greca che rappresenta i pericoli nascosti nelle profondità marine, accompagnato da due trifoni; in realtà come dimostrano gli ultimi studi, si tratterebbe di un altro esempio pugliese (oltre a quelli di Bitonto, Trani, Taranto ed Otranto), del celebre tema iconografico dell’ascensione al cielo di Alessandro Magno, anche noto come il volo di Alessandro. A parte una cornice sormontata da tre piccoli archi a tutto sesto, non è più possibile vedere con chiarezza le incisioni sulla lastra; su di essa sono appena visibili i resti scolpiti di un rilievo.

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Dell'originario gruppo scultoreo sono leggibili solo le due esche infilzate sulla punta delle due lance. Il tema del volo del conquistatore macedone, trovò molta fortuna sia in epoca medioevale, sia in quella bizantina, la stessa a cui si è fatto poc’anzi riferimento. Intrecciando gli interventi dei due ospiti della serata è stato possibile un netto chiarimento sulla vicenda storica coratina, aggiungendo un nuovo tassello mancante in attesa di nuove ed entusiasmanti scoperte.

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La leggenda del “Volo” nel romanzo di Alessandro viene narrato l’episodio di un'ascensione al cielo compiuta da Alessandro Magno seduto su di un trono o su una biga. Il macedone viene trainato in cielo da due grifoni spinti a volare con l'inganno, inseguendo due esche di carne infilzate su due lance tese.

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Dato che il conquistatore Alessandro aveva assoggettato a se tutto il mondo terreno, adesso aspira al cielo e fa ricorso allo stratagemma dei grifoni, per arrivare dove nessun uomo si è mai spinto, al raggiungimento dell’immortalità.

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Gli altri appuntamenti della rassegna “La storia e l’arte”

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  • Il 2 aprile alle 17.30 “C’era una volta…Picasso”, un laboratorio didattico dedicato ai bambini di età compresa tra i 7 e gli 11 anni, dedicato alla scoperta del grande artista del Novecento.
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  • Il 22 aprile alle 19 “L’arte diffusa del nostro tempo”, confronto sulle nuove espressioni artistiche in dialogo con gli spazi urbani.
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Gli appuntamenti si terranno presso il Museo della città e del territorio e sono ad ingresso gratuito.

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lunedì 27 Marzo 2017

(modifica il 23 Luglio 2022, 13:48)

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