Cronaca

Buoni spesa inutilizzati, Caritas: «Nostro errore in buona fede, ma perché creare un caso politico?»

La Redazione
La Caritas di Corato
L'associazione solleva il Comune dalle responsabilità: «Volevamo destinare quei buoni al post emergenza, ma ci siamo accorti tardi della scadenza. Ma ​non si comprende perché trasformare un errore di procedure in un caso politico»
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Dopo la lettera protocollata dal coordinamento cittadino di Direzione Italia e indirizzata al commissario straordinario del Comune di Corato, Paola Bianca Maria Schettini, che denunciava il mancato utilizzo e la scadenza di 2.500 euro in buoni spesa, arriva la risposta della Caritas cittadina attraverso le parole del responsabile, don Gianni Cafagna e del vicario episcopale don Giuseppe Lobascio.

L’associazione solleva il Comune dalle responsabilità: «Volevamo destinare quei buoni al post emergenza, ma ci siamo accorti tardi della scadenza. Ma non si comprende perché trasformare un errore di procedure in un caso politico».

La nota.

«È premura della Caritas – è scritto nella nota – ricostruire con trasparenza le vicende, per giungere ad una corretta attribuzione delle responsabilità, evitando incomprensioni e contrasti che, per la materia trattata e per il contesto storico che attraversiam, appaiono poco convenienti».

«La Caritas Cittadina di Corato, sin dall’inizio dell’ultima emergenza sanitaria, è stata invitata a prendere parte ad un tavolo di concertazione volto a coordinare l’assistenza concreta delle categorie più colpite dalle conseguenze economiche della pandemia. Tale collaborazione, scandita da frequenti confronti e verifiche, ha coinvolto, oltre alla Caritas, il Comune di Corato (promotore dell’iniziativa) e l’Associazione Imprenditori Coratini.

La Caritas, durante tutta l’emergenza, ha assicurato assistenza ad un’ampia parte della popolazione cittadina. Il culmine di questa opera è stato toccato alla fine dello scorso mese di aprile, in cui si è provveduto a fornire generi alimentari a ben 1584 persone, divise in 458 nuclei familiari, raggiunte attraverso il servizio totalmente volontario degli operatori Caritas delle nove parrocchie del territorio cittadino.

Il dato, confrontato con il numero iniziale delle persone ordinariamente assistite dalla rete Caritas, rappresenta bene l’entità dell’emergenza economica che si è dovuta affrontare: è stato registrato infatti un incremento del 60% rispetto al periodo precedente alla crisi sanitaria.

Non è stato facile gestire una simile opera di solidarietà interamente basata sul servizio volontario e su una limitata disponibilità di risorse economiche e strutturali. Durante l’emergenza si sono dovuti realizzare rapidamente alcuni degli interventi precedentemente programmati per un arco di tempo molto più ampio: la creazione di un unico centro cittadino di raccolta e distribuzione alimentare; la disposizione di un “paniere” unico a livello cittadino per una composizione omogenea degli aiuti alimentari ai nuclei assistiti; l’unificazione delle liste parrocchiali degli assistiti; la gestione degli operatori su base cittadina, con la gravante delle restrizioni dettate dai rischi di contagio; la ristrutturazione di alcuni servizi precedentemente limitati ad alcune parrocchie o a carico di altri enti di assistenza; la creazione di un servizio telematico di ascolto e di segnalazione di casi di bisogno.

La collaborazione stabilita con il Comune e con l’A.I.C. ha assicurato un sostegno importante in questa fase impegnativa, evitando, d’altra parte, la dispersione di risorse in troppi canali assistenziali. Grande è stato anche il sostegno delle attività imprenditoriali e commerciali e di tanta parte della popolazione cittadina: l’opera della Caritas è stata sostenuta da oblazioni economiche, dalla cessione di beni alimentari da parte di aziende di produzione e trasformazione, dalla raccolta “#aiutaciadaiutare” realizzata presso gli esercizi commerciali.

Dapprima settimanalmente (nel periodo di maggiore emergenza), poi quindicinalmente sono stati recapitati ai nuclei assistiti pacchi alimentari del valore commerciale calcolato da un minimo di 15 euro sino a un massimo di 45 euro (ripartiti in base al numero dei componenti dei nuclei familiari). Risulterà evidente quale volume di alimenti, di denaro e di servizio volontario sia stato profuso in questa attività per ben cinque mesi.

In data 8 aprile 2020, il Comune di Corato ha consegnato alla Caritas cittadina 500 buoni spesa del valore unitario di 5 euro per un importo totale di 2.500 euro messi a disposizione dalla ditta Maiora S.r.l. di Corato a favore dei cittadini maggiormente bisognosi. Tale cessione, secondo le linee stabilite nel già menzionato protocollo d’intesa, è stata effettuata al fine di «evitare duplicazione di contributi, cercando di raggiungere una platea sempre più estesa di cittadini in difficoltà», così come annotato nella relativa comunicazione del Comune (Prot. 13948 dell’8 aprile 2020).

La linea adottata dalla Caritas Cittadina circa la gestione di oblazioni e buoni spesa (si segnala che anche le confraternite della Città avevano provveduto ad una cospicua donazione di buoni spesa) è stata quella di riservare quanto più possibile tali risorse per il periodo successivo alla fase più acuta della pandemia: nel periodo iniziale dell’emergenza, infatti, la disponibilità di alimenti, ottenuti attraverso le succitate fonti, è stata tale da assicurare una buona gestione dell’assistenza.

Prevedendo un calo dell’attenzione generale nel periodo successivo e quindi, conseguentemente, della disponibilità di beni alimentari donati, la Caritas si è riservata di utilizzare buoni e fondi nel tempo estivo. È risaputo, per chi opera concretamente nel settore della solidarietà, che l’estate comporta un calo nella disponibilità di beni, di volontari e anche di attenzione (effetto di vacanze, distrazioni, trasferimento in altre residenze). Come scelta di prudenza si è pensato di investire, pertanto, tali donazioni in un tempo complessivamente più fragile per il servizio Caritas.

La Caritas Cittadina ammette di aver commesso un’imprudenza, tuttavia, imputabile unicamente a se stessa e non al Comune o ad altri soggetti: non si è provveduto ad aprire materialmente l’incarto in cui erano contenuti i buoni spesa consegnati dal Comune. Solo sui tagliandi cartacei, infatti, risulta indicato il vincolo dell’utilizzo degli stessi entro la data del 30 Giugno 2020: esso non risulta menzionato in ogni altra comunicazione ricevuta.

Si era data per scontata la disponibilità di questo strumento di assistenza per tutto il periodo dell’emergenza sanitaria, estesa dal Governo nazionale fino al 31 Luglio 2020 (data ulteriormente prorogata proprio qualche giorno fa). Con sorpresa e mortificazione, si è constatata l’annotazione di questa condizione nel momento in cui i buoni sono stati scartati per essere divisi per i diversi nuclei familiari: questa operazione è stata realizzata nei primi giorni di luglio. I buoni sono stati anche consegnati alle persone assistite, attraverso i centri Caritas parrocchiali, nei giorni seguenti.

Si è pensato, in buona fede, che si potesse trovare agevolmente una soluzione per questo disguido, prendendo accordi con l’azienda benefattrice e ritenendo di non recare un significativo danno o fastidio: si immaginava possibile autorizzare, da parte della ditta, il ritiro dei buoni, malgrado la scadenza, presso i punti vendita. Chiaramente la Caritas cittadina si sarebbe anche accollata eventuali costi aggiuntivi (ad esempio in caso di ristampa dei tagliandi). Si era segnalata verbalmente la situazione al Comune, convergendo sulla possibilità di concordare serenamente con la ditta una soluzione per il caso.

La Caritas cittadina ha constatato con sorpresa il trasferimento di questa questione in ambiti diversi da quelli più funzionali ad una semplice soluzione del disguido: non si comprende perché trasformare un errore di procedure – errore tutto imputabile alla Caritas – in un caso di natura politica, addebitando al Comune di Corato la responsabilità non provata di una mancata distribuzione. È apparsa poco opportuna la affrettata consegna di questa situazione al pubblico dibattito, in assenza di elementi provati, assumendosi la responsabilità di aver suscitato numerose quanto infondate reazioni di sdegno verso i rappresentati delle istituzioni.

La Caritas è già al lavoro per l’individuazione di una soluzione praticabile e confida nella collaborazione della Ditta benefattrice della quale si comprende il giustificato senso di frustrazione e con la quale certamente si potrà rimediare a questo intoppo di carattere procedurale, essendo le risorse già state evidentemente stanziate per le finalità di solidarietà.

Si ritiene opportuno, in ultimo, richiamare tutti ad un fattivo spirito di collaborazione, mettendo da parte polemiche evitabili quando si ha a che fare con esigenze sì serie ed urgenti. Collaborazione favorevole è quella che permetta un lavoro agevole nel campo delle povertà. Sostegno effettivamente efficace è quello accompagnato dal dialogo, dal confronto, dalla stima e da una definizione condivisa di certi particolari che possano risultare condizionanti.

Chi dona può non conoscere approfonditamente molte questioni organizzative di chi esercita materialmente le azioni di solidarietà: è ovvio che un comune cittadino, un esercente, una ditta possano ignorare come funzioni la gestione di una realtà di carità così estesa come quella della Caritas; tocca a chi ne ha la responsabilità disporre il tutto nel modo più efficace possibile.

Gestire – si sottolinea – con il solo volontariato scadenze di prodotti alimentari, disponibilità di magazzino, contatti con benefattori e fornitori, questioni sanitarie, questioni logistiche, promozione della solidarietà diffusa, casi particolari di emergenza ha comportato per la Caritas Cittadina un impegno difficilmente immaginabile per chi ha guardato solo esternamente a tale opera (magari anche apprezzandone i frutti).

Riteniamo che una collaborazione limpida, sincera, efficace sia quella che non aggiunga bensì aiuti a rimuovere altre preoccupazioni e possa svolgersi in piena riservatezza, nello spirito evangelico: nostro riferimento è la parola di Cristo che afferma «mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà» [Mt 6,3-4]. Sono i tantissimi interventi – piccoli o grandi – così effettuati che hanno realmente agevolato il servizio della Caritas, evitando inutili dissipazioni di tempo e consentendo di raggiungere le persone della nostra città con l’abbondanza di aiuti precedentemente descritti.

In conclusione, assumendosi ogni responsabilità per il caso in questione, la Caritas Cittadina auspica che si possa concordare rapidamente una soluzione che permetta di rimediare a quanto realizzatosi. L’occasione è quanto mai opportuna per rinnovare la nostra stima e il nostro ringraziamento verso il Comune di Corato, l’A.I.C., le ditte, gli esercenti e i singoli cittadini con cui – pur in un tempo particolarmente difficile – si è sperimentata una grande condivisione di valori, di intenti nonché una concreta collaborazione».

domenica 12 Luglio 2020

(modifica il 21 Luglio 2022, 1:08)

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Giuseppe quercia
Giuseppe quercia
3 anni fa

Ma………..

GINO
GINO
3 anni fa

Dopo un giro lungo di parole che voi fate,arrivo a una conclusione.Perché non vi mettete voi nei panni di chi a veramente bisogno e poteva essere un piccolo sollievo?Come al solito qualcuno non fa il proprio dovere.

Anonimo
Anonimo
3 anni fa

Li avevo chiesti ma mi avevano detto che non potevo averli ma non solo questi anche altre aziende che avevano messi a dispisizioni altri buonii grazie tanto

Maria P.
Maria P.
3 anni fa

Ma dopo questo poema di 30 pagine qualcuno ci ha capito qualcosa? È quando si parla troppo in genere è per confondere le acque

Luciano
Luciano
3 anni fa

Ma certo, perché farne un caso politico? Ma come vi viene in mente!?! Abbiate almeno la decenza di tacere! C'è gente che ancora dopo il Covid non può mangiare e voi vi permettete di alleggerire il vostro errore??? Vergognatevi! Stop!

Artista di strada
Artista di strada
3 anni fa

Visto che la Caritas si giustifica di avere sbagliato, può anche trovare il modo di rimediare……..senza troppi indugi…….errare umanum est……ci sono molti modi………volere è potere………..

Maria P.
Maria P.
3 anni fa

Va bene la caritas ma bisogna voler bene anche alla veritas

Artista di strada
Artista di strada
3 anni fa

Questa cari signori è la Caritas………….checché se ne dica!!!!!!

nerdrum
nerdrum
3 anni fa

mi ripeto come nel precedente articolo. tutto è buono per fare una “zuppetta” politica ed intingere il proprio biscotto. diffidare dei politicanti del giorno dopo, che spiegano al mondo come dovrebbe andare, salvo dimenticarsi che quando c'erano loro il mondo era del tutto fermo. non si può reggere oltre un simile modo di fare propaganda.