Cronaca

Processo Pandora contro i clan baresi, 90 condanne. C’è anche un coratino

La Redazione
L'aula bunker del tribunale di Trani
Nel processo era imputato anche il coratino Michael Bottone, nei confronti del quale è stata emessa una condanna a 6 anni e 8 mesi
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Il gup del Tribunale di Bari Rossana de Cristofaro ha condannato 90 imputati a pene comprese tra i 12 anni e i 16 mesi di reclusione e ne ha assolto uno al termine del processo Pandora, ribattezzato così dal nome del vaso della mitologia greca all’interno del quale sarebbero racchiusi tutti i mali della mafia barese degli ultimi 15 anni.

Il processo è stato celebrato con rito abbreviato. Gli imputati, tutti affiliati ai due clan Diomede-Mercante e Capriati di Bari, rispondevano a vario titolo di associazione mafiosa pluriaggravata, tentati omicidi, armi, rapine, furti, lesioni personali, sequestro di persona e violazioni della sorveglianza speciale. Tra le condanne più elevate, quelle ai boss di Bari e Bitonto, Nicola Diomede (11 anni e 4 mesi) e Domenico Conte (10 anni e 8 mesi), e al pregiudicato Gioacchino Baldassarre (12 anni).

Nel processo era imputato anche il coratino Michael Bottone, nei confronti del quale è stata emessa una condanna a 6 anni e 8 mesi.

Alla lettura del dispositivo, nell’aula bunker di Trani, hanno assistito il procuratore Giuseppe Volpe e i pm che hanno coordinato le indagini, Lidia Giorgio e Renato Nitti.

martedì 28 Gennaio 2020

(modifica il 21 Luglio 2022, 7:50)

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