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Due coratini in carcere per l’omicidio di Viktor: i nomi. Trovata l’arma del delitto

La Redazione
La pistola usata per l'omicidio di Viktor
I carabinieri erano sulle loro tracce già dalle prime ore di ieri. I due uomini, uno di 21 anni e l'altro di 29, subito dopo il delitto si sono dati alla fuga e poi si sono costituti
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Sono arrivati separatamente, uno a piedi e l’altro in sella ad una Vespa nera. Sono andati via insieme dopo aver ucciso il giovane Viktorian Picaku: Domenico Manzi e Domenico Patruno. Il primo, 21enne, ha sparato.

Sono coratini entrambi, già noti alle Forze di polizia. Patruno, 29enne, bazzica spesso il territorio di Trani. Attualmente si trovano nel carcere di Trani: dovranno rispondere a vario titolo delle condotte di omicidio in concorso, esplosione di colpi d’arma da fuoco, porto illegale d’arma da fuoco e ricettazione.

I carabinieri erano sulle loro tracce già dalle prime ore di ieri. Manzi e Patruno si erano dati alla fuga ma, ieri sera, si sono costituti. Dopo essersi presentati spontaneamente presso la Compagnia Carabinieri di Trani, sono stati interrogati e poi – su disposizione dell’Autorità giudiziaria procedente – sottoposti al provvedimento di fermo di indiziato di delitto.

Manzi e Patruno hanno consentito il ritrovamento della presunta arma del delitto, una rivoltella cal. 352 G.F.L. provvista di munizionamento, illecitamente detenuta e non censita. La pistola è stata sequestrata dai militari dell’Arma per i successivi accertamenti balistici.

Sul luogo del delitto i rilievi tecnici sono stati effettuati dalla Sezione Investigazioni Scientifiche del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Bari con la consulenza medica dell’Istituto di Medicina Legale del capoluogo. Pochi gli elementi rilevati, uno fra tutti l’assenza di bossoli e tracce utili a stabilire l’esatta dinamica.

Soltanto la paziente e meticolosa acquisizione delle dichiarazioni dei testimoni, di informazioni di natura investigativa corroborate dalla visualizzazione delle videoriprese estrapolate da telecamere posizionate sulla pubblica via, ha consentito ai militari di ricostruire la dinamica e la possibile identità degli autori del delitto. Manzi era anche armato di una mazza da baseball.

Il movente: per gli inquirenti da un lato è emersa come possibile causa la contesa delle attenzioni di una giovane ragazza coratina – lasciando ipotizzare quindi una pista “passionale” – dall’altro è necessario chiarire se possano celarsi altre motivazioni. Le indagini in tal senso proseguono con il coordinamento dell’autorità giudiziaria di Trani.

venerdì 3 Agosto 2018

(modifica il 22 Luglio 2022, 11:03)

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