Cronaca

Il tribunale di Bari conferma il sequestro dell’impero di Savino Tondo

La Redazione
Il tribunale di Bari conferma il sequestro dell'impero di Savino Tondo
Nei confronti di Tondo il 30 maggio 2016 e il 2 agosto 2017 era già intervenuto un sequestro di beni, per un valore stimato in ben 120 milioni di euro
scrivi un commento 6025

Nella mattina odierna, i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno notificato il decreto di sequestro emesso dal Tribunale di Bari – Sezione Misure di Prevenzione, nei confronti di Savino Tondo, 60enne di Corato, pregiudicato per associazione per delinquere finalizzata al furto e alla ricettazione, falsità ideologica, esercizio arbitrario dell’attività finanziaria, già sorvegliato speciale di P.S.

Nei confronti di Tondo il 30 maggio 2016 e il 2 agosto 2017 era già intervenuto un sequestro di beni, per un valore stimato in ben 120 milioni di euro.

Il provvedimento scaturisce a seguito del trasferimento della competenza territoriale dell’autorità giudiziaria giudicante da quella di Trani a quella di Bari che, concordando le risultanze investigative, confermava integralmente i sequestri già operati nei confronti di: 373 immobili per un valore totale di 100,1 mln di euro (tra cui 1 lussuoso residence, del valore di 2 milioni di euro); 8 aziende per un valore di 13,5 mln di euro; 12 quote societarie per un ammontare di 2,7 mln di euro; disponibilità finanziarie per un totale di 3,7 mln di euro.

L’indagine patrimoniale iniziata a giugno 2015, e svolta dai militari del Nucleo Investigativo, a seguito dell’individuazione di Tondo, ha consentito di ricostruire l’intero patrimonio realizzato attraverso la costituzione di società di capitali (dal 1993 al 2008), operanti prima nel settore della compravendita di autovetture, poi in quello immobiliare, direttamente riconducibili a Tondo, ai suoi familiari e a prestanome.

Nella fattispecie, secondo gli inquirenti, per il periodo monitorato che intercorre tra il 1989 ed il 2014, pur avendo il nucleo familiare dichiarato redditi medi annui per circa 20mila euro, l’indagine patrimoniale, ha accertato una enorme sproporzione tra fonti ed impieghi dovuta prevalentemente ai cospicui finanziamenti erogati dai soci a favore delle società di capitali che si sono autofinanziate senza ricorrere a mutui o finanziamenti bancari.

giovedì 30 Novembre 2017

(modifica il 22 Luglio 2022, 23:38)

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti