Cronaca

Processo derivati, il Tribunale di Trani assolve l’ex ministro Passera

La Redazione
Corrado Passera
Dei 15 imputati, condannati in tre a sei mesi (pena sospesa)
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Assolti gli ex vertici di Banca Intesa e Caboto (oggi Banca Imi), tra cui l’ex ministro Corrado Passera; condannati, invece, a sei mesi (pena sospesa) due dipendenti dell’istituto di credito di Barletta e il responsabile risk management. Si è chiuso, così, oggi il processo davanti al Tribunale di Trani per la presunta truffa dei prodotti derivati di Banca Intesa Sanpaolo, venduti a due imprenditori barlettani tra il 2004 e il 2011. In tutto 15 gli imputati tra ex vertici, dirigenti e dipendenti di Intesa Sanpaolo e di Banca Caboto: per sei di loro l’accusa aveva chiesto condanne (tra i due anni e i due anni e mezzo) al termine del processo; per gli altri nove l’assoluzione. Il giudice monocratico Andrea D’Angeli ne ha assolti 12.

In particolare, erano accusati di truffa pluriaggravata e continuata l’ex ministro all’Economia, Corrado Passera, nelle sue funzioni di ad di Intensa Sanpaolo sino al 2011; Giovanni Bazoli, già presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo ed ex presidente del cda di Banca Intesa; Giovanni Gorno Tempini, ex amministratore delegato di Banca Caboto (poi diventato ad di Cassa depositi e prestiti e oggi presidente della Fondazione Fiera Milano); Enrico Salza, ex presidente del consiglio di gestione di IntesaSanpaolo; Giampio Bracchi, ex vicepresidente e componente del comitato esecutivo di Banca Intesa; e Andrea Munari, ex ad di Banca Caboto; e ancora di Massimo Arrighetti, Fabio Bolognini, Matteo Farina, Carlo Boselli, Giulio Sartirana e Giandomenico Nardozzi Tonielli; nonché dei tre funzionari della filiale barlettana di Intesa Sanpaolo, Salvatore Civita, Vincenzo Petrarulo e Giovanni Civico. Questi ultimi tre rispondevano anche di concorso in abusivismo finanziario. Le condanne a sei mesi (pena sospesa, con pagamento delle spese legali) sono state comminate a Farina, Civico e Petrarulo. Inoltre per Farina, Civita, Civico e Petrarulo è intervenuta la prescrizione sulle accuse più datate.

Secondo quanto ricostruito dalle indagini della guardia di finanza, uno dei due imprenditori di Barletta aveva chiesto un finanziamento a tasso variabile da 700mila euro, ma avrebbe dovuto sottoscrivere dei contratti derivati Interest rate swap e alla fine si sarebbe ritrovato con perdite superiori ai 100 mila euro; la banca, invece, avrebbe guadagnato più di 40mila. Un altro imprenditore, invece, per gli stessi tipi di contratti avrebbe fatto guadagnare alla banca più di 150mila euro. I due imprenditori hanno rimesso la querela in seguito al risarcimento da parte della banca, ma i reati sono stati considerati procedibili d’ufficio e quindi gli imputati sono finiti ugualmente a giudizio. Fino all’assoluzione per quasi tutti.

martedì 21 Novembre 2017

(modifica il 23 Luglio 2022, 0:27)

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