Cronaca

​Trasporto disabili a totale carico dei Comuni? Corato non ci sta

La Redazione
Trasporto disabili
L'ente va avanti contro la ex Ausl Ba 1 che chiedeva il rimborso delle spese sostenute
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Le spese per il trasporto dei disabili verso i centri di riabilitazione spettano in maniera concorrente, e non esclusiva, ai Comuni. È quanto, in pratica, stabilito nell’agosto scorso dalla Corte di Cassazione chiamata a esprimersi sul ricorso del Comune di Corato e del Cirap (Consorzio imprese riunite autotrasporti persone), in merito al contenzioso sorto con l’ex Ausl Ba 1 per il trasporto dei disabili effettuato anche per le città di Terlizzi, Andria, Minervino e Spinazzola negli anni scorsi.

Nel 2005, la sezione distaccata di Andria del Tribunale di Trani, nell’opposizione al decreto ingiuntivo notificatogli dal Cirap, aveva condannato i Comuni coinvolti (ciascuno nei limiti dell’importo di rispettiva competenza) al pagamento di complessivi 348mila euro.

In appello, nel 2010, la sentenza era stata sostanzialmente confermata, ma il Comune di Corato decise di impugnarla davanti alla Cassazione sulla base di quanto stabilito dalle leggi regionali: ai Comuni spetta solo un obbligo di concorso nella spesa per il servizio di trasporto dei disabili verso i centri di riabilitazione e non anche, come affermato dalla sentenza di secondo grado, un onere finanziario esclusivo a loro carico. È quanto sostenuto, in pratica, dall’avvocato Michele Di Donna, cui il Comune di Corato ha affidato la sua difesa davanti alla Cassazione.

E la Suprema Corte, con sentenza del 29 agosto scorso, ha valutato come fondato proprio questo motivo e rinviato la causa alla Corte d’Appello in diversa composizione. Il Comune, per evitare il passaggio in giudicato della sentenza di primo grado, è però obbligato a riassumere l’appello entro tre mesi dalla sentenza della Cassazione. Cioè entro il 29 novembre.

Nel frattempo il legale della Ausl Ba 1, attraverso il suo avvocato, ha fatto arrivare al Comune di Corato una proposta di definizione bonaria. Le condizioni proposte, però, sono state ritenute “poco convenienti” dal legale del Comune. Per questo l’ente ha deciso di andare avanti, dando mandato all’avvocato Di Donna di rappresentarlo davanti alla Corte d’Appello. Il compenso è stato già fissato in 19mila euro (comprensivi di Iva, Cap e spese generali).

sabato 18 Novembre 2017

(modifica il 23 Luglio 2022, 0:42)

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 "salvatore di gennaro"
"salvatore di gennaro"
6 anni fa

…anche in questo caso, come ho sottolineato spesso, vi è uno scontro tra “morale” (il fatto che sia giusto che la società vada totalmente incontro alle particolari esigenze del singolo) ed “economia” (la società non può prendersi carico completo di tutte le particolari problematiche del singolo). E' un argomento assai delicato e, in teoria, ma solo in teoria, difficilmente risolvibile.

Gino Rotonda
Gino Rotonda
6 anni fa

Non so se ci sia più inciviltà a lasciare i rifiuti nelle campagne, o in casi come questi.

falco m.
falco m.
6 anni fa

“Il gioco non vale la candela” ? Una dannosa lotta giudiziaria fa' il gioco di chi ? Il buon senso ci dice di evitare le lunghe procedure giudiziarie che distruggono la Società, perdita di tempo e soldi . Meglio un cattivo accordo che una buona sentenza, ritenevano i nostri avi.