Dopo la denuncia su facebook, è arrivata anche quella presso le forze dell’ordine. Ieri pomeriggio i genitori del ragazzo picchiato sabato sera hanno raccontato l’accaduto agli agenti del locale Commissariato di polizia.
La denuncia è supportata anche dal referto medico rilasciato dal pronto soccorso: per la ferita al labbro i medici hanno previsto una prognosi di quattro giorni. Inoltre, ai calci, ai pugni ed alla bicicletta distrutta, si aggiungono i risvolti della vicenda sul piano psicologico.
«Siamo stanchi – hanno confessato i genitori – anche perché quello che è successo a nostro figlio, purtroppo, potrebbe accadere ad altri. I responsabili non possono passarla liscia, come se nulla fosse accaduto».
Come mostra l’immagine in alto, il ragazzo è stato circondato da una ventina di coetanei. Tutto è iniziato su corso Garibaldi, poi il gruppo si è spostato nell’adiacente piazza Francesco Saverio Nitti. È lì che sono arrivati i suoi genitori. «I ragazzi si sono rivolti a noi con grande superbia – aggiungono – facendo capire chiaramente che non avevano paura di nulla. “Dobbiamo ragionare” hanno risposto a mio marito».
«Abbiamo scoperto che “i bulli” in questione frequentano ancora la scuola media» precisano i genitori. «Sappiamo anche quale, ma preferiamo non specificarlo. Siamo riusciti a individuare i nomi di due di loro mai stati segnalati alla polizia prima d’ora, e molto presto scopriremo anche gli altri. Crediamo che sia giusto che si assumano le loro responsabilità e che i genitori sappiano».
Sebbene sabato «in tanti si siano solo limitati a “guardare lo spettacolo” – dice con dispiacere la mamma del ragazzo ferito – ieri e oggi molti altri ci hanno chiamati per chiederci come stesse nostro figlio. Per questo li ringraziamo, abbiamo sentito la loro vicinanza. La stessa cosa possiamo dire anche per i compagni di classe e per i docenti della scuola che nostro figlio frequenta. Ognuno a suo modo ci ha sostenuto nella scelta di sporgere denuncia». La speranza è che presto «tutto questo resti solo un ricordo, brutto sì, ma almeno legato solo al passato. Vogliamo voltare pagina e lasciarci tutto alle spalle».
Ieri mattina anche la trasmissione della Rai “I fatti vostri” si è interessata al caso. Dopo aver contattato la nostra redazione, i giornalisti televisivi hanno tentato un approccio anche con i genitori del ragazzo.
«Non accetteremo l’invito ad andare in trasmissione, la pressione mediatica sarebbe eccessiva e controproducente» dichiarano.
Dalle forze dell’ordine, purtroppo, emergono altre conferme relative al fatto che vicende simili si siano verificate anche in passato. In alcuni casi non sono mancate le denunce, in altri i genitori si sono limitati alle segnalazioni. Per qualche episodio ci sono anche i filmati delle telecamere che attestano l’accaduto. Tra gli ultimi ricordiamo anche quanto accaduto nel mese di agosto in larghetto Mastrosanto: a raccontare di atti osceni e minacce subite era stata una donna.
Ma le forze dell'ordine dove sono?
Finalmente qualcosa si muove e fará capire a sti ragazzotti che la loro voglia di sfogo, unita alla strafottenza gratuita, può avere controindicazioni poco piacevoli.
Complimenti alla Famiglia del povero fanciullo aggredito e sappiate che non resterete soli.
Chi gira la testa è solo un coniglio omertoso e codardo.
E per fortuna non siamo tutti così.
Rimango dell'idea che questi ragazzi sono gli ultimi ad avere una colpa. Mi piacerebbe dialogare (ammesso che ci riesca) con i loro genitori maschi: tutti intorno alla quarantina, nati in un periodo concomitante con i cosiddetti “anni di piombo”, circostanza nella quale tutto si poteva fare, a scuola o in famiglia, fuorché poter (non: “voler”) educare correttamente i ragazzi. I genitori che sono usciti bene, devono ringraziare le loro famiglie, tetragone a quel turbinio di anni, e l'essere andati a scuola e all'università, per studiare e non per “contestare”. Il problema grosso è che l'esasperata tecnologia fa invecchiare, di cervello, molto, molto precocemente i bambini, né aiutano quelle trasmissioni tv dove bimbi di pochi anni, non imitano i grandi: sono essi, “già” grandi.
Ma finitela tutti di usare Facebook,per proteggere i vostri figli denunciate direttamente alle forze dell'ordine.Dateli del lavoro da fare…..Ma anche voi genitori siete scontati e ovvi.Sempre con questi telefoni in mano anche voi.Ma portatevi un libro per strada così se verrete investiti ,sarete morti per qualcosa di differente e non sarete più ovvi…….ovviamente vale anche per i giovani che sono sempre
Più vuoti.
Si, tanto la polizia di Corato non farà un bel niente.