Insulti, parolacce, offese, minacce e atti osceni. Tutto questo per essere stato “ripreso” mentre urinava in larghetto Mastrosanto, uno degli angoli più caratteristici del centro storico. Quello che rivive solo quando arriva il tempo della mostra d’arte “Il Pendio”: per tutto il resto dell’anno resta invece luogo in cui si dà libero sfogo all’inciviltà.
«Sabato scorso, 12 agosto – ci racconta una donna – stavo passeggiando con la mia compagna. Stavamo finendo di mangiare un pezzo di pizza e purtroppo abbiamo pensato di passare da quel luogo.
Ho visto un ragazzo che, in tutta tranquillità, ha iniziato a urinare contro il muro. Mi è venuto spontaneo fare un gesto con la mano, come per dire per dire “come si fa”, “che schifo”. Da quel momento è successo il pandemonio. La cosa più vergognosa è stata un’altra: un altro suo amico si è rivolto verso di noi e si è abbassato i pantaloni. Non ci sono state aggressioni fisiche ma verbali sì: ho dovuto dire che avrei chiamato le forze dell’ordine e loro, di tutta risposta, hanno replicato che avrebbero fatto arrivare “i loro amici”.
Sono molto arrabbiata, anzi, direi amareggiata. Sabato ci siamo trovate a passare noi ma, può succedere alle ragazzine, ad ognuno di noi, o magari ai turisti. Che bella immagine daremmo del nostro paese! Sento solo il bisogno di chiedere più controlli oltre che le telecamere di videosorveglianza».
Dispiace per queste due ragazze, ma credevo che l'assuefazione e la rassegnazione, le armi, come ho già detto una volta, più micidiali che ha a sua disposizione il popolo del sud per la sua stessa sopravvivenza, fossero in possesso ormai di tutti. Invece c'è ancora qualche escluso, destinato per questo a provare delle sofferenze, delle delusioni, delle tentazione a scappare via… Ma non è stato sempre così: vi è stato un periodo (più di cinquant'anni fa) nel quale Corato, per correttezza della gente, poteva competere con una città del nord, e lo posso assicurare io, che ero nato e vivevo a Milano. Altri tempi, altre persone. In tutti i sensi…
Tutti in tasca abbiamo il cellulare…incominciamo a fare meno selfie e più riprese video.
Accompagnate a denunce e solleciti d'intervento.
L`ACCADIMENTO IN QUESTIONE E' SINTOMO DI UNA MALEDUCAZIONE E MANCANZA DI VALORI DILAGANTI. IN MOLTE FAMIGLIE NON SI IMPARA PIU` L`EDUCAZIONE ED IL RISPETTO VERSO IL PROSSIMO, IL DIVERSO,LE ISTITUZIONE LE FORZE DELL-ORDINE ECC, MA PIUTTOSTO SI IMPARA AI BIMBI ED AI RAGAZZI LA VIOLENZA , IL FATTO CHE CON LA FORZA SI PUO' IMPORRE IL PROPRIO IO, CHE CON LA FORZA, O MEGLIO DIRE CON L'USO DELLE MANI, SI RISOLVE TUTTO! A NULLA SERVONO GLI SFORZI DELLA SCUOLA O DELLE ISTITUZIONI VARIE, CHE POSSONO ESSERE SOLO COMPLEMENTARI ALL`EDUCAZIONE DELLA FAMIGLIA. QUESTI ELEMENTI QUANDO POI SI UNISCONO IN GRUPPI ,O MEGLIO DIRE IN BRANCHI, SI SENTONO ONNIPOTENTI, E QUANDO INDIVIDUANO QUALCHE BERSAGLIO DEBOLE, SI ATTEGGIANO A SPACCONI, BULLETTI, DANDO SFOGO ALLE LORO FRUSTRAZIONI AL LORO DISAGIO SOCIALE.
…si insegna…