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Come vincere in Formula 1

La Redazione
Vettura da corsa
Tecnologia o talento: cosa pesa di più quando quello che conta è il podio?
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Cosa stabilirà se a vincere il Mondiale di Formula 1 sarà la Mercedes di Hamilton o la Ferrari di Vettel? Hanno più peso le caratteristiche tecniche delle loro vetture o le capacità dei singoli piloti? In quest’articolo cercheremo di dare una risposta al quesito, parlando di pneumatici e di come un elemento in comune possa essere utilizzato a proprio favore per condurre un’intera scuderia alla vittoria.

Partiamo, quindi, dal basso e dagli pneumatici di Formula 1, rigorosamente firmati Pirelli (una collaborazione che dura dal 2011). Da quest’anno gli pneumatici hanno visto l’introduzione di parecchie novità. La principale riguarda le dimensioni, aumentate del 25% in larghezza. Il battistrada delle gomme anteriori è passato da 245 a 305 mm, mentre quello delle gomme posteriori è passato da 325 a 405 mm. Aumentato anche il diametro complessivo delle ruote, mentre rimane invariato, e pari a 13 pollici, quello dei cerchi.

Intervistato dal Corriere dello Sport, Marco Tronchetti Provera, amministratore delegato di Pirelli, ha dichiarato: «Abbiamo sviluppato quello che ci è stato chiesto da piloti e team, con pneumatici da 3-4 secondi in meno al giro, che è un’enormità. I piloti si divertono e questo è fondamentale per lo spettacolo».

Pirelli mette a disposizione dei piloti complessivamente 7 tipi diversi di mescole, le quali si differenziano per la fascia colorata verniciata sulla spalla della gomma. Le 5 mescole lisce sono: le Hard (arancioni), le Medium (bianche), le Soft (gialle), le Supersoft (rosse) e le Ultrasoft (arancioni). Ci sono poi gli pneumatici da bagnato: i Wet (azzurri) da utilizzare in caso di pioggia battente e gli Intermedi (verdi).

Sulla scia del successo ottenuto già lo scorso anno da questi pneumatici durante le competizioni, a marzo 2017 Pirelli ha deciso di regalare a tutti i possessori di auto lussuose una speciale edizione colorata delle gomme P Zero e Winter Sottozero: la stessa sicurezza e le stesse prestazioni sono ora trasferite dal circuito alla strada.

Nella prima parte di questo Mondiale ogni auto ha avuto a sua disposizione 13 specifici treni di gomme lisce, composti da: 2 set con mescola Dura, 4 con mescola Media e 7 con mescola Morbida. Attualmente, invece, i set forniti da Pirelli sono solo 3, mentre gli altri 10 sono selezionati dalla ciascuna scuderia e comunicati alcuni giorni prima della gara. In questo modo ogni team può decidere autonomamente quale mescola utilizzare in numero maggiore.

Una corretta o una pessima scelta da parte dello staff tecnico può influenzare notevolmente le prestazioni della vettura in gara, e quindi il posizionamento sul podio. Ed ecco che finalmente la componente umana torna a essere presente.

Oltre a questo, dobbiamo ricordare che gli pneumatici sono uguali per tutti, ma lo stesso non si può dire della loro resa! Uno pneumatico raggiunge l’apice del suo potenziale solo quando il pilota raggiunge l’apice del working range. Vediamo cos’è.

Il working range, in italiano chiamato finestra di utilizzo, ha a che fare con la temperatura. Ogni mescola proposta da Pirelli ha un suo specifico working range, ovvero una temperatura che, se raggiunta durante la corsa, regala migliori prestazioni alla vettura. Più alta è la temperatura dello pneumatico, maggiore sarà il suo grip (l’aderenza sull’asfalto) e, quindi, la velocità. Ma, superata una certa soglia di temperatura, la gomma inizia a degradarsi, a perdere aderenza, equilibrio e a essere complessivamente meno sicura.

Compito del pilota è quello di riuscire a portare gli pneumatici in temperatura nel minor tempo possibile e di riuscire a mantenerli in questa condizione il più a lungo possibile o, almeno, fino al prossimo pit stop!

Una sfida davvero complessa, soprattutto se si considera il fatto che le gomme anteriori e quelle posteriori mediamente raggiungono temperature leggermente differenti durante la corsa.

Cosa sarà, quindi, a determinare la vittoria di una delle due vetture? La possibilità di gareggiare utilizzando delle gomme altamente tecniche come quelle realizzate da Pirelli, o la capacità tutta umana di saper sfruttare un potenziale? A voi la scelta e le considerazioni.

Quello su cui non ci sono dubbi, invece, è sul fatto che anche quest’anno il Mondiale di Formula 1 stia entusiasmando e riservando momenti di vero spettacolo, soprattutto ai tifosi della Ferrari.

Durante il GP di Montreal, ad esempio, a seguito del contatto con una vettura tedesca e di un pit stop non particolarmente repentino, Sebastian Vettel si è ritrovato in ultima posizione e ha dovuto lottare quasi all’inverosimile per essere, a fine gara, in quarta posizione. Un podio mancato di poco che comunque regala alla Ferrari punti preziosi e che ci suggerisce quello che potrebbe essere l’ultimo tassello della nostra indagine.

Non dimentichiamo, infatti, che il talento, il coraggio e la determinazione di una singola persona non possono essere replicati!

lunedì 10 Luglio 2017

(modifica il 23 Luglio 2022, 8:00)

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