Attualità

La mamma coraggio fonda “Oh Mà”, un’associazione che «aiuterà i giovani “difficili”»

La Redazione
Daniela e suo figlio
«Saremo anche a disposizione di quei genitori che, come capitava a me, "non sanno dove sbattere la testa" quando vedono che i loro figli stanno subendo una trasformazione. Proveremo a dare loro un sostegno legale e psicologico»
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La determinazione e la forza di volontà delle mamme supera il dolore e la mancanza di certezze. Così è stato per Daniela Manzitti che, nel 2017, ha “consegnato” suo figlio alla Giustizia per salvarlo. Da quel momento l’Italia intera l’ha conosciuta come la “mamma coraggio”, come colei che ha rischiato di perdere per sempre l’affetto di suo figlio pur di vederlo salvo dalla morte. Da qualche mese è diventata nonna e la voglia di andare avanti per aiutare suo figlio e tanti altri ragazzi “difficili” cresce ogni giorno di più.

Il 23 luglio 2018, «con grande fatica» ha costituito l’associazione “Oh Mà”.

«È un ente che si occuperà dei disagi giovanili ormai in forte escalation – spiega Daniela – Anche a Corato gli eventi criminosi stanno aumentando, nonostante ciò che “qualcuno” vuol far credere. La carenza del lavoro è la prima causa per cui i giovani intraprendono “attività alternative” che sfociano poi, nella violenza. Quand’anche un ragazzo trovi un lavoro, viene sfruttato sia in termini di tempo che in termini di tariffa. Capita spesso che questi vengano “utilizzati” per brevi periodi e poi “scaricati” come fossero degli oggetti da usare alla “bisogna”.

In autunno l’associazione sarà operativa, e proverà ad aiutare qualcuno di questi giovani “difficili” che siano veramente intenzionati a cambiare percorso. Saremo anche a disposizione di quei genitori che, come capitava a me, “non sanno dove sbattere la testa” quando vedono che i loro figli stanno subendo una trasformazione. Proveremo a dare loro un sostegno legale e psicologico, in forma strettamente personale.

Io lo so per esperienza che non è facile ricorrere ai servizi sociali per ovvie motivazioni e non è neanche facile denunciare i propri figli alle Forze dell’Ordine. Vorrei che “Oh Mà”, fosse una “via di mezzo”, l’anello mancante che io cercavo disperatamente.

Nel frattempo, se qualcuno fosse interessato a farne parte, può contattarmi via Facebook. L’invito è rivolto a privati cittadini ma anche ad aziende che vogliano dare opportunità di rinascita ai nostri giovani scapestrati».

L’episodio di cronaca della scorsa settimana, quello in cui il giovane albanese Viktor Picaku è morto ammazzato in largo Abbazia, rende ancora più chiaro quanto possa essere utile un’associazione come “Oh Mà”.

«Una tragedia così non ha precedenti nella storia di Corato. Io, ormai sono anni che seguo mio figlio. Per le sue cattive azioni ho girato quattro diversi penitenziari e una Comunità. In ognuno di questi luoghi mio figlio mi ha raccontato di storie diverse, facendo sì che anch’io diventassi “esperta” di certi argomenti e certe regole.

Quando ho avuto notizia della sparatoria, il primo pensiero è stato quello di sapere di chi si trattasse perché tanti di questi ragazzi disadattati che vivono a Corato io li conosco. Sono anch’essi vittime del sistema, vittime di un apparato sociale che non funzione come dovrebbe, vittime della sordità di chi dovrebbe ascoltarli e riportarli sul “binario giusto”.

Si tratta spesso di ragazzi che hanno già conosciuto la realtà del carcere e che, una volta usciti da lì, si ritrovano davanti a porte chiuse o additati dalla gente, come se portassero in petto “una lettera scarlatta”.

Pensando al povero Vcktor, mi viene in mente solo una cosa: credo che nessuno meriti di morire così. Qualsiasi motivazione risulta banale rispetto ad un atto ignobile come questo. Nessuno merita di vedere la morte con gli occhi e di sentirne addirittura l’odore.

Mio figlio sarebbe potuto essere vittima o carnefice, se io non lo avessi fatto arrestare. La droga, di cui molti si nutrono ormai, ha la capacità di trasformare anche il più bravo ragazzo, in un assassino. Ecco perché vorrei dire una cosa a chi crede di non poter mai avere a che fare con certi drammi: anch’io ero convinta di esserne al di fuori. E mi sbagliavo».

martedì 7 Agosto 2018

(modifica il 22 Luglio 2022, 10:48)

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Vincenzo Quinto
Vincenzo Quinto
5 anni fa

Brava, brava e brava! Gran bella iniziativa. Hai tutta la mia solidarieta' di padre.

Alfonso Carbone
Alfonso Carbone
5 anni fa

Tra non molto,la vedremo candida come ministro alla Giustizia.

disco disco
disco disco
5 anni fa

Bravissima, ma sono sempre della convinzione che bisogna coinvogere le vittime (compreso i genitori delle vittime stesse) degli abusi subiti dai figli di queste madri coraggio.
Solo così questi ragazzi potranno pentirsi … perchè vedranno le loro madri andare CONTRO le loro azioni, e aiutare chi è stato vittima primaria dell'atto, e non associarsi solo tra madri degli “offendenti”. Non mi fraintenda Daniela, non è una offesa, è un consiglio da chi conosce le vittime.

Dino
Dino
5 anni fa

Vuoi fare una cosa buona? Segui tuo figlio e spera che quando uscirà non torni a fare quello che ha sempre fatto.

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
5 anni fa

E' talmente delicato e penoso tale argomento, che è difficile fare commenti. L'unica cosa che noto nell'articolo è la mancanza di autocritica: sembra che tutto quello che è successo sia solo colpa delle circostanze esterne. Lungi da me l'idea di ergermi a censore, ma mi accorgo come si sia svilito, oggi, il ruolo della maggior parte dei genitori: non più ferrei ed intransigenti educatori, ma osservatori distratti e quasi compiacenti, consenzienti o persino difensori, dei comportamenti trasgressivi e poco ortodossi dei loro figli. E' chiaro che poi tali pargoli, una volta cresciuti e preso completamente il sopravvento, creeranno problemi a loro stessi e alla società che li ospita. E' vero che il lavoro li salverebbe, ma non vedo all'orizzonte valide iniziative che lo propizino.

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
5 anni fa

Daniela, l'attenta lettura dei commenti sul progetto dimostra quanto esso ti sia caro. L'autocritica consiste non nel colpevolizzare tuo figlio, ma nel chiedersi :”dove ho sbagliato?”. Penso di aver risposto coll'affermare, e lo noto giorno per giorno, che oggi ci sia una completa rinuncia al ruolo di genitore-educatore. Alcuni padri poi, spesso solo compagni di giochi dei figli, finché sono piccoli, hanno del patetico. La mancanza di lavoro è sicuramente la prima causa del “problema giovani”. Io, anche come “teorico” di Politica ed Economia, da anni cerco di coagulare un “qualcosa” qui al sud, per “pensare” veramente al sud. Riscontri? Nessuno. Qui ci si lamenta, ma non si fa nulla per cambiare le cose. Basta poi qualche processione, per salvare il tutto. Comunque, ti ammiro sinceramente.

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
5 anni fa

L'altro ieri notte, ore 00.40: una dozzina di ragazzi sui vent'anni parla a voce molto alta nella stradina dietro casa mia. Tra loro anche delle ragazze. Scendo e vado a rimproverarli: sono ben vestiti, si vede che appartengono alla cosiddetta “media borghesia”. Li scuso subito, dicendo che era chiaro che né in famiglia né a scuola, nessuno aveva loro insegnato come comportarsi. Mi guardano come un marziano, ma poi mi chiedono scusa, e se ne vanno. Non è la prima volta che io mi sostituisco, “obtorto collo”, alle istituzioni. Un “distaccato opinionista” non si fa, invece, coinvolgere. Domani sera alle ore 19.00 ci si può incontrare davanti a Galise. Dimmi se sei d'accordo, sperando che la Redazione non faccia prima “scivolare” in archivio il servizio. Cordialità.

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
5 anni fa

20.10 c.a.: va bene.

Luca64
Luca64
5 anni fa

La mancanza di lavoro connessa alla realizzazione sociale che si ottiene solo con un lavoro stabile e sicuro butterebbe chiunque nello sconforto più totale Passano i giorni passano i mesi e nulla cambia Purtroppo ogni volta sono ritornato a Corato ho visto che nulla è cambiato Occorrono politiche sociali di promozione del territorio , non occorrono Comuni ove ognuno porta l'aqcua al proprio mulino Si inizia dalle strade le infrastrutture la scuola che deve essere di eccelenza Ma a corato vige la legge dei palazzinari come se costruire palazzi a iosa possa dare un futuro ai giovani Il compito sta nella politica ma alla politica di quella Città non è mai stato a quore il futuro dei giovani tanti se ne sono scappati cercando fortuna altrove ma per chi rimane ?