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La prima omelia del vescovo: «Mi presento con i miei limiti e le mie trepidazioni»

La Redazione
Mons. Leonardo D'Ascenzo in Cattedrale a Trani
"Per questa Diocesi è consuetudine che venga nominato un Vescovo di esperienza perché è una Chiesa di lunga tradizione, vivace, numericamente grande. Non ho queste caratteristiche, mi indicherete voi la strada"
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“Mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione”, è con le parole di San Paolo alla comunità di Corinto che è iniziata l’omelia di Mons. Leonardo D’Ascenzo nella freddissima cattedrale di Trani riscaldata dal calore della gente. “Prendo in prestito le sue parole per dirvi di non aspettarvi particolare eccellenza della parola o della sapienza! Sono consapevole dei miei limiti e fragilità, timori e trepidazioni per questo chiedo al Signore di servirsi di me perché, attraverso il sostegno forte del suo Spirito, possa essere capace di portare le sue parole”.

Si presenta nel nome dell’amicizia e della familiarità, dopo i brani del Vangelo di Marco che annunciano Gesù che, da buon ebreo, si reca in giorno di sabato nella sinagoga di Cafarnao per partecipare al culto, alla preghiera. “La sua presenza e la sua parola non lasciano indifferenti, provocano la reazione di un uomo posseduto da uno spirito impuro che comincia ad imprecare contro di lui: che vuoi da noi? Sei venuto a rovinarci? So chi tu sei! Da queste parole si capisce che il problema di questa persona è quello di avere un’immagine distorta di Dio visto non come alleato dell’uomo ma come avversario”.

“Dio ha a che fare con il concreto della nostra vita”, dice Mons. Leonardo. “Pensare che il Signore sia un limite, una riduzione per la vita dell’uomo, uno che ci impedisce di vivere a pieno la nostra esperienza per cui se Dio non ci fosse, se non ci fossero i comandamenti, il Vangelo, saremmo uomini e donne più liberi! Non è questo il volto di Dio. Non è corretta questa percezione. Ecco allora le imprecazioni, e tutto ciò avviene nella sinagoga, luogo di preghiera, di incontro con Dio, diremmo noi in chiesa, in cattedrale, durante la celebrazione della messa”.

Poi un passaggio sul suo motto, messis quidem multa, la messe è molta. “Sono parole che invitano a maturare uno sguardo sulla realtà che sia capace di riconoscere il bello, il positivo che ci precede e ci accompagna. Mi ha molto colpito Papa Francesco nel suo primo messaggio per la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni (11 maggio 2014), quando proponendoci una serie di ‘contenuti’ profondi, belli, che toccano le corde fondamentali della relazione chiamata-risposta tra Dio e l’uomo dice: “’La messe è abbondante’ […] Queste parole ci sorprendono, perché tutti sappiamo che occorre prima arare, seminare e coltivare per poter poi, a tempo debito, mietere una messe abbondante. Gesù afferma invece che la ‘messe è abbondante’. Ma chi ha lavorato perché il risultato fosse tale? La risposta è una sola: Dio”. Spesso siamo segnati nel cuore e nel modo di guardare la realtà, da depressione e negatività, siamo presi da sentimenti di preoccupazione, di tristezza o di sconforto. Orientiamo, allora, il nostro sguardo sull’abbondanza della messe, dono di Dio, e impariamo a sperimentare stupore, gratitudine, a coltivare speranza”.

“Per questa Diocesi è consuetudine che venga nominato un Vescovo di esperienza, non di prima nomina perché, la nostra, è una Chiesa di lunga tradizione, vivace, numericamente grande. Queste stesse caratteristiche risulteranno preziose a partire da oggi che accogliete un Vescovo appena ordinato. Non porto con me alcuna esperienza in tal senso. Sarà questa Chiesa, sarete voi ad aiutarmi nell’apprendere il servizio che mi attende. Da parte mia, come si dice, dovrò studiare… Certo è che, se la nostra Diocesi finora ha avuto il privilegio di ricevere pastori di esperienza, oggi ha l’opportunità di accogliere, accompagnare un Vescovo giovane, come mi sono sentito dire, e crescere con lui. La messe è molta come ci ricorda il Vangelo, senza ignorare problemi o fatiche che certamente non mancano e non mancheranno, con il cuore e lo sguardo positivi perché abitati e trasformati dallo Spirito iniziamo sotto la protezione materna di Maria, e dei Santi Patroni Nicola, Ruggero, Mauro, Sergio e Pantaleone questa nuova avventura alla sequela dell’unico vero maestro, il Signore Gesù”.

sabato 27 Gennaio 2018

(modifica il 22 Luglio 2022, 20:44)

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 salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
6 anni fa

Sono parole che ricalcano il carattere del popolo: timide, indecise, esitanti…