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A Corato il gioco d’azzardo “brucia” oltre 28 milioni di euro

La Redazione
Slot machine
I dati, riferiti al 2016, indicano una spesa di 583 euro per ciascun cittadino. E nel 2015 andava persino peggio. Sono 231 le "macchinette" in città
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Che Corato avesse un grosso problema chiamato gioco d’azzardo, lo si sapeva da tempo, tanto da essere stato ribadito nelle numerose conferenze cittadine sul tema. Ma, a guardare i numeri, c’è davvero da rabbrividire.

Secondo una indagine effettuata da quotidiali locali Gedi e del Visual Lab in collaborazione con Dataninja, in cui vengono citati come fonte i dati Aams (Agenzia delle Dogane e dei Monopoli), Corato nel 2016 ha consumato nelle “macchinette” ben 28,17 milioni di euro tra le “Awp” (10,4 milioni) chiamate anche “New Slot” (quelle che accettano solo monete e sono presenti anche in bar e tabaccherie) e le “Videolottery” (o Vlt, 17,8 milioni), quelle che accettano anche banconote, sono presenti in locali dedicati e consentono giocate e vincite più alte.

Praticamente una spesa di 583 euro per ciascun cittadino (215 euro per le Awp e 368 per le Vlt), considerando l’intera popolazione coratina composta da poco più di 48mila persone con un reddito pro capite di circa 14.500 euro.

E pensare che nel 2015 (595,4 euro di giocate pro capite) andava persino peggio, visto che lo scorso anno ha registrato un calo delle giocate complessive del 2,1%.

A produrre una spesa così consistente è un piccolo esercito di slot: in città ce ne sono in tutto 231 (180 Awp e 51 Vlt), quasi 5 per ogni mille abitanti. Rispetto al 2015, lo scorso anno sono aumentate le “New Slot” (+18,4), mentre sono leggermente diminuite le “Videolottery” (-5,6).

Il confronto
Non sia certo una consolazione: la media delle giocate pro capite coratina è inferiore a quella pugliese (603 euro) e a quella della provincia di Bari (655 euro). Per quanto riguarda i comuni del territorio, il primato spetta a Trani con 1.473, poi Bari con 794 euro, seguito da Terlizzi (704), Andria (670), Molfetta (642), Bisceglie (640) e Ruvo (620). Solo a Giovinazzo (466) e Bitonto (334) si registra una spesa minore.

Il giudizio finale dato dall’indicatore che descrive la virtuosità di ogni Comune su questo fronte è di due su cinque. Ovviamente più è alto il valore e più il Comune è virtuoso e quindi con una bassa diffusione di slot e con poche giocate. E, purtroppo, non è il caso di Corato.

sabato 16 Dicembre 2017

(modifica il 22 Luglio 2022, 22:51)

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Giuà Tressett
Giuà Tressett
6 anni fa

L'unico spiraglio di un cambio di misera vita. Grazie politici!

Aldo
Aldo
6 anni fa

Lo stato concede le licenze per aprire questo tipo di attività e poi ci sono gli studi sugli effetti negativi del gioco d'azzardo… I preti vanno alle inaugurazioni Delle sale slot e poi predicano di non bruciare il denaro nel gioco d'azzardo… La Sisal ci tempesta di pubblicità su estrazioni lotto e grattaevinci e poi dice che il gioco può provocare dipendenza… Forse sono io a non comprendere qualcosa… Ma, forse.

Fiorenzo Spina
Fiorenzo Spina
6 anni fa

secondo me le colpe dello stato ci sono ma fino a un certo punto. La colpa è imputabile allo sprovveduto che spende 583 euro all'anno su ste robe per poi lamentarsi del governo di tizio o di sempronio

 salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
6 anni fa

Nel 1994 l'allora primo ministro Ciampi inaugurò le lotterie istantanee, per fare cassa, non potendo colpire altre fonti di dissanguamento statale, tutte legate, in un modo o nell'altro, alla politica. Dieci anni dopo Berlusconi, che ha sempre considerato l'Italia una “sua società privata formata da imbecilli”, ha dato il via alle “slot machines”. Poi, nessun altro ha avuto la capacità di cambiare le cose. Personalmente ho cercato di amalgamare un gruppo di persone che combattesse, con una nuova formazione politica nata qui, l'assurda gestione italiana, apportando lenti ma significativi e costanti cambiamenti (non si può “partire in quarta” con le modifiche, pena l'annullamento di ogni sforzo). Non ci sono riuscito, e mi appresto ad assistere passivamente, il 4 marzo, all'ennesimo scempio.