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A passeggio tra gli ulivi con “Ofést”: la visita al dolmen di Corato

Carlotta Scassillo
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"Ofèst" alla scoperta del Dolmen
Il festival dell'extravergine d'oliva continua alla scoperta del territorio e delle tradizioni
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Continuano i fine settimana di “Ofèst. Il festival dell’extravergine d’oliva” alla scoperta della tradizione e del territorio. Sabato scorso é stato possibile visitare il dolmen di Corato, la “Chianca dei paladini”, usufruendo gratuitamente del servizio di guida turistica messo a disposizione dal Festival.

Oltre ad aver scoperto l’antichissima costruzione, i visitatori hanno potuto passeggiare tra gli alberi mentre si procedeva alla raccolta delle olive grazie alla collaborazione con il Comune di Corato e l’assessorato allo sviluppo economico. La bellezza e l’importanza dei luoghi porta necessariamente a sottolineare l’importanza della valorizzazione del sito archeologico, oggi troppo spesso vittima di incuria e atti vandalici.

Il dolmen
Secondo la leggenda il dolmen coratino venne chiamato “Chianca dei paladini” poiché fu indetta una gara fra giganti per arrivare al termine della costruzione, a posizionare la pietra orizzontale. Dolmen, nel dialetto bretone, significa “tomba in pietra” ed è formata da blocchi di pietra orizzontali e verticali. Costruzioni di questo tipo sono diffuse in tutta Europa, in molte regioni Italiane come Toscana, Sicilia e in Puglia nelle zoni di Bari e nel Salento.

Hanno diversa struttura da luogo a luogo. Ci sono quelli a pianta rettangolare a quelli a pianta circolare: a Giovinazzo, per esempio, c’è un complesso di Dolmen. La struttura classica di queste antiche costruzioni prevedeva una galleria, una sorta di corridoio che dava l’accesso alla cella ovvero il luogo dove si portavano i defunti. Aveva una funzione di tomba collettiva per più defunti posti in diversi periodi storici.

Il dolmen coratino invece, situato in Contrada Colonnelle, faceva parte di un antica necropoli di Bisceglie. Non a caso nelle vicinanze è possibile trovarne altri appartenenti al territorio di Bisceglie. Al suo interno non sono stati ritrovati resti umani e ad oggi la forma risulta variata per quel che riguarda la cella. Lo stesso non si può dire per la galleria, lunga circa 7 metri, oggi completamente inesistente.

I prossimi appuntamenti di “Ofést”
Nel prossimo fine settimana il Festival si sposta a Ruvo e Castellaneta per “Le star dell’olio”, le interviste agli anziani agricoltori alla scoperta del patrimonio immateriale legato alla filiera produttiva dell’odio. Domenica poi, presso l’azienda agricola l’Archetipo, sarà possibile sperimentare un’altra delle tradizioni legate alla nostra terra: la conservazione delle olive, dall’albero alla tavola. “Ofèst”, anche in questo caso, supporterà tutte le spese necessarie per consentire ai visitatori di vivere l’esperienza. È possibile usufruire gratuitamente anche dell’autobus per arrivare a Castellaneta e visitare il centro storico.

Per info e prenotazioni 328.0252528.

mercoledì 22 Novembre 2017

(modifica il 23 Luglio 2022, 0:18)

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Vito Questo
Vito Questo
6 anni fa

Andrebbe almeno pulito dalle erbacce e risistemati i cartelli.
Sempre magre figure con i turisti.

 salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
6 anni fa

Vito, è la legge economica della “domanda e dell'offerta”: se consideriamo la cultura un “bene” commerciabile, la scarsità della sua richiesta nella società locale non la fa tenere nella dovuta considerazione da parte di chi dovrebbe curarla. Nella parabola discendente della società (affermo sempre, per ricordi ed esperienze personali, che l'apice di tale curva, riferita in particolar modo alla “tradizione” e al “rispetto”, si è avuto intorno al 1963), la priorità viene data ora al mangiare e al divertimento: un attento sociologo ne prende atto, e valuta se vi siano i presupposti per creare una controtendenza, che coinvolga oltretutto tutti, e non solo le solite “nicchie” della società. Certo, più tempo si perde a “pensare” a come fare per favorirla, più la situazione diventa complicata.