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«Corato non è una città a misura di disabile»: la testimonianza di una turista

La Redazione
«Corato non è una città a misura di disabile»: la testimonianza di una turista
«Dopo questa dis-avventura - scrive Maddalena Zenzola - sono tornata a casa, nelle Marche, con i motori della carrozzina distrutti»
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Oltre alla prospettiva di chi vive ogni giorno la nostra città, c’è quella dei turisti. Proprio mentre stavamo ultimando la realizzazione del video di approfondimento sulle barriere architettoniche presenti a Corato, ci siamo imbattuti nella testimonianza di Maddalena Zenzola, una turista con disabilità motoria.

Utilizzando un gruppo facebook, ha “inviato” un messaggio al primo cittadino Massimo Mazzilli per sottoporgli «alcune problematiche» riscontrate nel periodo di soggiorno in città. «Il sindaco – ha aggiunto in un secondo momento la signora Zenzola – mi ha risposto innprivato. Desidera ricevermi. Molto probabilmente ci vedremo a dicembre, quandonritornerò a Corato».

L’esperienza in città
«Non conoscendo Corato – racconta Maddalena – avevo chiesto a mia sorella di scrivermi su di un foglio il percorso che avrei dovuto affrontare quasi tutti i giorni per raggiungere casa sua dall’albergo dove alloggiavo e viceversa: via Francavilla, via Gravina, viale Vittorio Veneto, viale Ettore Fieramosca, via Andria, via Mereu, via Gigante. Un bel tragitto, non c’è che dire.

Percorrendolo mi sono imbattuta in una serie di impedimenti: strade dissestate, zeppe di buche, tombini esageratamente incassati rispetto al manto stradale, automobilisti indisciplinati e impazienti di arrivare alla meta che non davano la precedenza ai pedoni rischiando di investirli.

Per risparmiare le batterie della carrozzina avevo preferito evitare il continuo sali scendi dai marciapiedi, anche perché molti erano privi degli adeguati scivoli. Un giorno, mentre percorrevo l’extramurale, mi sono imbattuta in un automobilista oltremodo disattento e maleducato. Non solo non aveva notato la mia presenza, ma quando se ne è accorto ha pensato bene di insultarmi con l’appellativo “burina”, invitandomi con sgarbo a transitare sui marciapiedi.

Le lascio immaginare la mia reazione altrettanto colorita. Il giorno dopo ho deciso di transitare sui marciapiedi. Non l’avessi mai fatto! Il mio sistema nervoso è stato messo a dura prova: scivoli ostruiti dalle auto che occludevano la mia libertà di circolazione; marciapiedi con inizio scivolo e fine con gradino di 10 centimetri; marciapiedi occupati da esercenti che esponevano al pubblico la loro mercanzia; gazebo fuori dai bar.

Mi sono chiesta se questi spazi fossero stati costruiti ad uso dei pedoni o degli esercenti e se questi ultimi pagassero la tassa per l’occupazione del suolo pubblico. Nel caso fossero autorizzati ad invadere il suolo pubblico pagando tale diritto è correo anche il Comune nel creare disagi ai pedoni.

Poi mi sono ricordata che molti anni addietro fu promulgata una legge che vietava di esporre la merce (specie quella alimentare) alle esalazioni dei tubi di scarico delle auto. È stata recepita o ignorata? Perché gli organi preposti non la applicano?

Tornando al mio arduo percorso sui marciapiedi e all’ultimo ostacolo del mio periglioso tragitto, una volta arrivata ad imboccare via Andria, di fronte al semaforo per l’attraversamento pedonale, noto l’ennesima assenza dello scivolo. Dal giorno dopo la mia decisione è stata drastica: ho percorso l’extramurale “invadendo” il piano stradale destinato alle auto e costeggiando i marciapiedi (auto parcheggiate permettendo) in barba a chi mi aveva qualificato come “burina”.

Noto anche l’assenza di mezzi pubblici sia di linea urbana che extraurbana. Nel mio caso, per potermi spostare, ho dovuto far ricorso anche ai mezzi privati di trasporto con costi onerosi non alla portata del budget di un disabile.

Dopo questa dis-avventura sono tornata a casa, nelle Marche, con i motori della carrozzina distrutti. Ho anche notato, in una città grande come Corato, l’assenza di soggetti portatori di disabilità motoria, dotati, come me, di carrozzina elettronica per potersi muovere liberamente. Dove si è arenato il progresso? Forse a Corato non ci sono disabili?

E poi via Gigante, lato opposto a via Mereu. C’è un marciapiede “monco”: inizia con uno scivolo, ostruito da un bel lampione, e finisce con un gradino di circa 10 centimetri. A mio parere Corato non è una città a misura di disabili anche se, con un po’ di buona volontà, potrebbe riuscire ad esserlo».

mercoledì 25 Ottobre 2017

(modifica il 23 Luglio 2022, 1:50)

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 "salvatore di gennaro"
"salvatore di gennaro"
6 anni fa

Ad uno come me, che ha nell'osservazione del comportamento della Natura uno dei due punti di riferimento (l'altro è l'Etica), quello che è successo a Maddalena non meraviglia affatto. Se infatti non subentra nell'uomo il secondo parametro di accostamento (la Morale), del quale la Cultura è il corollario, ecco che costui si comporta poi da “disumano”. La gentile turista si rivolge al Sindaco: ma quante volte ho cercato di fargli capire che l'educazione ed il rispetto sono due valori sociali talmente importanti, che non ci si può affidare, nell'inculcarli nei ragazzi, futuri cittadini, all'aleatoria e solo ipotetica buona volontà dei genitori, ma che questo deve essere un compito specifico delle Istituzioni locali, visto che quelle centrali hanno come unico scopo, il miglioramento del PIL.

M.M
M.M
6 anni fa

COME CITTADINO DI CORATO LE CHIEDO UMILMENTE SCUSA, PURTROPPO TUTTO QUESTO RISPECCHIA IL GRADO DI CIVILTA' E CULTURALE DELLA CITTA' DI CONSEGUENZA QUELLO DEI NOSTRI AMMINISTRATORI.

Ernesto Sparalesto
Ernesto Sparalesto
6 anni fa

I veri portatori di handicap sono quelli che non hanno rispetto degli altri.

Ferrara Cataldo
Ferrara Cataldo
6 anni fa

Immagini che non lasciano spazio a nessun commento, se non ad una vergogna e umiliazione per la città di Corato, che con la sua stragrande maggioranza di cittadini è solidale con i portatori di disabilita', ma che purtroppo e dico purtroppo a causa di qualche incivile e dico qualche, perché di pochi soggetti si tratta, non può passare tutta la città e i suoi cittadini come degli incivili. Sono sicuro che il primo cittadino interverrà sugli incivili e abusivi (fruttivendolo, fiorai ecc ecc) affinché si adeguino alle ordinanze e norme che regolano l'esposizione all'esterno di qualsiasi genere della propria attività. Multe salate sarebbero un eccellente rimedio.

Luigi Perrone
Luigi Perrone
6 anni fa

Gia nei vari lavori di manutenzione si vede la passione e la capacità che hanno nel farlo dietro la stazione hanno rifatto in alcune zone il marciapiede con pendenza verso i portoni risultato una pioggia e l'acqua entra nei portoni