Attualità

“L’estate di…” Sergio Mastrapasqua. Una storia di riscatto per il centro storico

​Ingrid Vernice
Sergio Mastrapasqua e i suoi collaboratori
Un imprenditore che ha vinto una grande scommessa: risollevare un'osteria del centro storico che faticava ad ingranare e, addirittura, raddoppiare
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Continua l’appuntamento con “L’estate di…”, racconti di storie e persone per cui l’estate non è sinonimo di vacanza, bensì di pieno periodo lavorativo.

Questa settimana abbiamo intervistato Sergio Mastrapasqua, imprenditore della ristorazione coratina, che ha vinto una grande scommessa: risollevare un’osteria che faticava ad ingranare e, addirittura, raddoppiare.

Biscegliese ma da ormai cinque anni, coratino di adozione, Sergio ha un’esperienza ventennale nel mondo della ristorazione. «Quando apri un ristorante a vent’anni, è inevitabile commettere degli errori dovuti alla poca esperienza, ma quando hai al tuo fianco persone che ti sostengono anche aprire un ristorante di pesce nell’entroterra può diventare una buona idea» ci ha confidato Sergio.

Negli anni com’è cambiato il mondo della ristorazione?
«I clienti sono sempre più esigenti e anche meno disposti a spendere rispetto a qualche anno fa a causa della crisi economica. Noi cerchiamo sempre di accontentare tutte le richieste, nei limiti del possibile. I nostri menù prevedono alternative vegane, vegetariane e celiache, proprio per assecondare ogni tipo di bisogno».

Com’è la tua giornata tipo?
«Alle otto e mezza sono già operativo. Vado al mercato, contatto i fornitori, provvedo io stesso a fare la spesa per la cucina. Nel frattempo rispondo alle telefonate dei clienti e comunico le prenotazioni al ristorante. Se non sento squillare il telefono inizio a preoccuparmi» dice ridendo. Tra un giro e l’altro arriva l’ora dei servizi, la parte più faticosa del mio lavoro, ma anche quella che mi dà maggiore soddisfazione.

Estate per te vuol dire…
«Lavoro, lavoro e ancora lavoro. Ma come dicevo stare a contatto con i clienti è la mia vera vocazione. Molti diventano abituali, altri addirittura amici. Passare le sere d’estate a chiacchierare con loro non ha prezzo; mi ripaga della stanchezza e delle difficoltà che sono comunque tantissime».

Accennavi alle difficoltà: quali in particolare?
«Gli imprevisti in questo tipo di lavoro capitano sempre. Bisogna solo reagire nel modo giusto e trovare una soluzione al più presto. Un altro discorso è il tasto dolente dei lavori di riqualificazione di piazza di Vagno e dalla famigerata ztl. Molti dei clienti hanno difficoltà a raggiungere i locali, soprattutto se hanno mobilità ridotta, penso alle persone anziane o ai portatori di handicap. Per non parlare delle concessioni degli spazi pubblici; per questo tipo di problematiche abbiamo dovuto cambiare sede e traslocare. Però ero troppo legato al vecchio locale e mi sarebbe dispiaciuto lasciarlo. Così ho raddoppiato».

Qual è la ricetta del successo delle tue attività?
«Non c’è una vera e propria ricetta. Il nostro successo non è arrivato immediatamente, anzi c’era molta diffidenza. Piano, piano, abbiamo costruito la nostra clientela che devo dire proviene soprattutto dalle città limitrofe come Andria e paradossalmente dalle altre città di mare. Non solo i clienti sono indispensabili, ma anche validi collaboratori, primo tra tutti Alessandro Giuliese, il capo in seconda. Il clima di serenità che si è venuto a creare tra tutte le componenti del gruppo ed il rapporto di fiducia con il cliente, sono i requisiti per la buona riuscita del mio lavoro».

A quando le meritate vacanze? E dove?
«Quest’anno probabilmente verranno rimandate; l’apertura del nuovo locale e la nascita di mio figlio pochi giorni fa, hanno avuto la priorità. Lo scorso anno invece sono partito con i miei collaboratori più stretti per un viaggio indimenticabile a Miami e in Costa Rica. È stato un modo per ringraziarli, dato che avevano contribuito al raggiungimento degli obiettivi che ci eravamo posti».

domenica 30 Luglio 2017

(modifica il 23 Luglio 2022, 6:52)

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 "salvatore di gennaro"
"salvatore di gennaro"
6 anni fa

Il giornalista chiede quale sia la “ricetta del successo” in questo tipo di attività. Potrei accennare una risposta, come ho fatto precedentemente, riguardo al titolare della ditta di luci da addobbo: l'imprenditoria “privata”, l'unica che unisca entusiasmo e lena nel lavoro, quando esso produce degli utili e delle soddisfazioni. In Italia vi è troppo “settore pubblico”, ancora appannaggio dei politici e, in misura adesso assai minore (grazie all'euro e all'Europa che decidono per tutti), dei sindacati.

Sumer Lo
Sumer Lo
6 anni fa

Bravo!
Gran lavoratore!

Tommaso Cariga
Tommaso Cariga
6 anni fa

Conoscendolo fin dagli esordi, non posso far altro che essere felice per un ottimo chef e caro amico. grande Sergio, te lo meriti.

Carlo
Carlo
6 anni fa

Ha lavorato con me 11 anni fa a barletta…..l'avrei voluto conoscere prima….una delle migliori persone che abbia mai conosciuto…..simpatico….coinvolgente…generoso…..travolgente…..ma allo stesso tempo gran lavoratore e competente…..auguri sergì….

 "salvatore di gennaro"
"salvatore di gennaro"
6 anni fa

Fra i vari complimenti, fra i quali il mio, un appunto: che ci fanno quei due altoparlanti, piazzati su una finestra in Piazza dei Bambini, sparanti musica ad elevato volume nelle orecchie degli incolpevoli passanti? E' una società prepotentemente assordante questa, ma il frastuono non va per nulla d'accordo con il tratto…