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Komorebi 2017: un inno alla vita, il ricordo di Francesco Ludovico Tedone. Il video

Marianna Lotito
Marianna Lotito
Komorebi 2017: un inno alla vita
Per «contrastare la morte con l'arte, affinché non si commetta l'errore di ricordare i nostri cari con tristezza»
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Komorebi. Una parola strana, che arriva da lontano, dal Giappone. Lì significa «luce del sole che filtra attraverso i rami degli alberi». A Corato significa «ricordare con gioia». Tanto da permettere a Francesco Ludovico Tedone – nonostante il 12 luglio – di essere ancora qui.

L’associazione a lui dedicata, creata da familiari e amici, è riuscita a realizzare “la sua magia”: «mettere insieme le persone, giovani e meno giovani, attraverso le sue passioni: l’arte, la musica, la break dance, la poesia, il Giappone».

Così piazza Sedile, largo Abbazia e palazzo Gioia si sono trasformate nel volto più bello della Corato che ricorda. Quello capace di guardare avanti tenendo ben stretto un concetto fondamentale: «se abbiamo un sogno, dobbiamo crederci e coltivarlo». Guardando alla vita con gli occhi di Francesco Ludovico Tedone, ovunque si legge «voglia di scambio e condivisione». «Non abbiate paura di partire e di conoscere, nonostante l’imprevedibile» ha detto per lui sua sorella Tiziana.

Komorebi 2017, un inno alla vita. L’invito «a contrastare la morte con l’arte, affinché non si commetta l’errore di ricordare i nostri cari con tristezza».

Il videon

giovedì 13 Luglio 2017

(modifica il 23 Luglio 2022, 7:40)

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