Giornata di lutto per il mondo dello spettacolo. Questa mattina le agenzie di stampa hanno diffuso la notizia della morte di Paolo Villaggio: è venuto a mancare nelle scorse ore, all’età di 84 anni. Da alcuni giorni era ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma.
Il ricordo
Corato ha potuto incrociare l’attore, noto ai più per il personaggio di Fantozzi, grazie al film “Io speriamo che me la cavo”. La regista, Lina Wertmuller, nel 1992 decise di girare alcune scene in largo Abbazia e tanti coratini presero parte alle riprese facendo da comparse.
Paolo Villaggio interpretava il maestro Marco Tullio Sperelli, un insegnate che fa spazio alla sua umanità e tende la mano ai suoi piccoli allievi, entra nelle loro vite dando valore e speranza ad ognuno. Nelle immagini “rubate” dal film – dal minuto 4.33 – si vede il maestro “trascinare” a scuola il piccolo Vincenzino: attraversa largo Abbazia, sporca e piena di persone poco raccomandabili. Corato diventa Corsano, il paese di cui il giovanissimo barista del film non ha grande stima.
La proposta
«Mi auguro che – prima o poi – si possa intitolare un angolo di piazza Abbazia a Paolo Villaggio così da ricordare per sempre questo grande e insuperabile artista» scrive il presidente della commissione cultura, Giuseppe D’Introno.
«Ti ricordo benissimo quando arrivasti nella nostra “sgarruppata” Corato – racconta D’Introno – Ti mostrasti subito come una persona per bene, semplice e rispettosa. In quel film anche io ho avuto una piccola parte durante la scena finale, vestivo i panni di confratello della Confraternita di San Giuseppe mentre il treno con a bordo il maestro Sperelli andava via.
Il film “Io speriamo che me la cavo” fu girato qui perché la nostra “Corato vecchia” era ideale in quanto ricordava – ahimè – il sud abbandonato e cadente. Secondo la Wertmuller, “posti così” non erano stati trovati neanche nel napoletano.
Quello slargo malridotto del fantomatico paese di Corzano – grazie alla nostra attenzione amministrativa e politica- oggi è una deliziosa piazza del bellissimo centro antico».
Penso che molti, patiti della cultura, ma che non sanno nemmeno quante sono le regioni d'Italia, il prodotto di 9×7, l'anno della scoperta dell'America o chi ha dettato “Il Milione”, storceranno il naso davanti a questa proposta che io, invece, appoggio pienamente. Riguardo al vanto manifestato dal presidente, aggiungo che occorre prima preparare “tutto” il popolo al “bello”, prima di regalargli qualcosa: altrimenti basta un solo individuo per rovinare o vandalizzare un bene di tutti.
un grande artista, ha saputo rappresentare l'italiano medio come pochi, esasperandone i tratti, stravolgendoli nella maschera comica, ma anche rappresentare personaggi di una umanità e umiltà commoventi. addio paolo, ci mancherai.