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Ricercatori australiani studiano i resti umani trovati in piazza Di Vagno

La Redazione
I resti ritrovati in piazza Di Vagno
Tutti i reperti ritrovati durante gli scavi sono in fase di lavaggio, pulizia, studio per un'attenta analisi, classificazione e ricerche
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I resti umani ritrovati nel sottosuolo di piazza Di Vagno un anno fa sono stati inviati in Australia per essere studiati. A dare questa informazione è stata Maria Rosaria De Palo, funzionaria della Soprintendenza per il cantiere che venerdì scorso ha svolto un sopralluogo per visionare il cantiere e una parte dei resti degli edifici crollati nel 1922, conservati nel Museo della Città e del Territorio.

«Alla visita – scrivono da Legambiente – hanno partecipato i funzionari, un rappresentante dell’amministrazione ed Angela Paganelli come rappresentante di Rete Attiva insieme alla nostra delegazione composta dal presidente Pino Soldano e dal vicepresidente Giuseppe De Leo». All’incontro ha partecipato anche Marilena Torelli, responsabile di gestione del Museo.

È stata anche visitata l’area del cantiere della piazza, la chiesa dei Cappuccini, dove sono conservate le tele del Sacro Monte e dell’antica chiesa di San Nicola. Questo momento ha fatto seguito ad un incontro che si è già tenuto a Bari nella sede della Soprintendenza per l’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana, lo scorso 9 giugno insieme al Soprintendente Luigi La Rocca.

Già, da oltre due anni, avevamo sollecitato una serie di interventi e di azioni sulla situazione della piazza, chiedendo spiegazioni e delucidazioni. Abbiamo chiesto che venisse attivato un percorso di archeologia preventiva. Questa è quell’attività di ricerca specializzata, si effettua con interventi, in aree sensibili, che comportano sondaggi diagnostici del terreno propedeutici ai progetti o ai lavori, scavi veri e propri, misure di salvaguardia, allo scopo di preservare e studiare elementi significativi del patrimonio archeologico eventualmente minacciati da lavori in corso.

Non solo lo abbiamo pubblicamente evidenziato, affinché la popolazione e le realtà sociali fossero opportunamente informate, per cercare di creare un percorso di partecipazione dell’associazionismo locale. I fatti ci hanno dato ragione: qualcosa è stato ritrovato. Resti umani che sono rinvenuti, sono stati inviati in Australia per studi approfonditi e per individuare scientificamente la datazione.

Inoltre, nel corso dello scavo sono stati ritrovati del vasellame, ceramiche e monete risalenti al 1500. Ricordiamo che nell’area al 1922 vi erano, il palazzo Pedone, il palazzo Pagano, il chiesa del Monte di Pietà, il palazzo Nuovo o Candido, il convento dei Frati Minori Conventuali.

Tutti questi reperti sono in fase di lavaggio, pulizia, studio per un’attenta analisi, classificazione e ricerche, per cui Legambiente e Rete Attiva hanno richiesto una conferenza per la presentazione pubblica degli scavi e degli studi. Per quello che è stato verbalmente riferito nel corso dei sopralluoghi sulla piazza e dei reperti già presenti e raccolti, l’area sarebbe soggetta a vincolo archeologico, scongiurando la costruzione di quinte o manufatti di varie grandezze o cubature».

L’area è stata coperta «conservando ciò che si trova sotto, le fondamenta dei vari palazzi, e quant’altro, facendo riappropriare la cittadinanza di uno spazio urbano e nel sottosuolo con chissà quali altre sorprese. È un altro risultato che porta a casa la nostra associazione che fa dell’ambientalismo scientifico e nella tutela dei beni comuni una forma di condivisone nel rispetto dei luoghi e della storia».

lunedì 26 Giugno 2017

(modifica il 23 Luglio 2022, 8:25)

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 salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
6 anni fa

…non solo i nostri ricercatori, ma anche i nostri reperti prendono la via dell'estero…

Marco
Marco
6 anni fa

Fino a qualche tempo fa c'era la fuga dei cervelli, adesso scappano pure gli scheletri….