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«Stop alla repressione di Maduro». I venezuelani di Corato fanno sentire la propria voce

Ingrid Vernice
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Crisi in Venezuela
I manifestanti chiedono l'apertura immediata dei canali umanitari e si oppongono strenuamente ai metodi autoritari e repressivi utilizzati dal presidente Maduro
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Si è radunata ancora una volta in larghetto San Giuseppe la comunità Italo-venezuelana residente a Corato che voluto nuovamente protestare contro il regime del presidente venezuelano Maduro. Nonostante il tempo non proprio clemente, un nutrito gruppo ha fatto sentire la propria voce in contemporanea con altre ottanta città di tutto il mondo.

Cosa chiedono?
I manifestanti chiedono l’apertura immediata dei canali umanitari, data l’enorme inflazione (oltre il 500%) e la scarsità di medicinali e generi di prima necessità. Inoltre si oppongono strenuamente ai metodi autoritari e repressivi utilizzati dal presidente Maduro, che ha finanziato ed armato dei gruppi paramilitari per sedare le proteste che dilagano nel Paese in maniera violenta e fortemente anti-democratica. Si chiedono anche nuove elezioni, regolari e democratiche. La stessa censura, imposta dal regime, non permette che in Venezuela vengano diffuse notizie in merito agli scontri tra i manifestanti e i Colectivos.

L’intervista alla presidente del centro italo-venezolano di Corato Rosa Anna Agatino
«Non arrivano notizie confortanti dai nostri parenti in Venezuela – spiega la presidente Agatino – le tv venezuelane trasmettono solo film e programmi di intrattenimento, omettendo qualsiasi notizia riguardante gli scontri di piazza e le aggressioni ai civili. Se con il presidente Chavez la situazione restava sotto controllo, con Maduro le cose sono precipitate. Un presidente incompetente, un burattino in mano alle forze straniere, eletto in modo irregolare, che non vuole vedere le condizioni di assoluta povertà e di altissima criminalità (quasi l’85%) nel Paese.

Le nostre proteste, due fino ad ora, vogliono dar voce ad un popolo che, in modo pacifico, cerca di lottare per i propri diritti fondamentali. La stessa costituzione, che tra i suoi principi afferma il diritto di manifestare, viene violata dal governo che di fatto annulla la libertà di espressione dei cittadini. Con le nostre manifestazioni non ci aspettiamo di contribuire concretamente al miglioramento della situazione venezuelana, ma almeno di esprimere la nostra solidarietà».

L’appello del Papa
Negli ultimi giorni, precisamente dal 4 aprile, giorno in cui i venezuelani sono scesi in piazza, molti sono gli appelli di istituzioni e personalità di spicco, provenienti da tutto il globo. Anche il Papa, di ritorno dal suo viaggio in Egitto, ha espresso la sua vicinanza al popolo venezuelano, con un invito alla solidarietà e alla fratellanza affinché cessi la situazione di crisi.

lunedì 1 Maggio 2017

(modifica il 23 Luglio 2022, 11:14)

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