Attualità

Non più “paese fantasma”, Riace: «paese dell’accoglienza»

Carlotta Scassillo
La conferenza nel cinema Elia
La vita è tornata a partire dal 1998, quando Riace ha accolto 200 migranti dalla Siria, Iraq e Turchia: loro hanno contribuito alla "ricostruzione" del paesino
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Riace, un paese fantasma. Cosi viene definita questa piccola località calabrese che negli ultimi anni ha vissuto il fenomeno dell’immigrazione in maniera intensa.

La vita è tornata a partire dal 1998, quando Riace ha accolto 200 migranti dalla Siria, Iraq e Turchia: loro hanno contribuito alla “ricostruzione” del paesino. Oggi pochi sono rimasti a Riace, uno di loro è Bahram Acar che ieri, al cinema Elia, ha raccontato: «Riace quando sono arrivato io non era molto ospitale ma con gli aiuti giusti abbiamo costruito le nostre case, il nostro posto di lavoro, la nostra nuova vita. Devo ringraziare per questo il sindaco Lucano che ci ha dato una speranza e un aiuto sincero. Ho fatto tutto questo per dare aiuto e solidarietà a tutte le persone che come me arriveranno a Riace in cerca di sostegno».

Il moderatore dell’incontro, Enzo del Vecchio, ha definito Riace come «un processo di cambiamento che tutti dovrebbero imitare» prima di dare la parola alla professoressa Daniela Maggiulli ideatrice di questo progetto volto alla riscoperta del territorio riacese.

«Il mio viaggio – ha commentato la docente – nasce per caso, con una collega mentre facevamo una ricerca sui villaggi solidali al sud, verso una vita serena per evadere dai circuiti che non mi appartengono più. Li ho scoperto un mondo colorato dove gli anziani, rimasti soli vedono il futuro negli occhi dei giovani venuti da lontano, dove nessuno si sente solo, sono integrati tra loro, si definiscono solo calabresi».

La favola di Riace ha permesso la ripresa di antichi mestieri come l’agricoltura, piccoli bar e piccole botteghe hanno riaperto: «il turismo solidale e quello scolastico è ripartito anche qui a Riace – ha commentato il sindaco Domenico Lucano – grazie all’aiuto dato dagli extracomunitari Riace è tornato a vivere».

Angela Paganelli, referente del Punto Pace Pax Christi di Corato, ha infatti sottolineato la necessità di «allargare questi centri d’accoglienza cercando di creare un interazione sociale ma soprattutto emotiva con le popolazioni locali per creare una comunità multietnica in cui le differenze sociali, religiose e culturali vengono azzerate».

venerdì 28 Aprile 2017

(modifica il 23 Luglio 2022, 11:30)

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