Esteri

«Venezuela libero»: l’appello dei coratini fuggiti dal caos di Caracas

La Redazione
«Venezuela libero»
Lo Stato del Sud America che​ «ha rappresentato una grande occasione di crescita e di sviluppo per Corato sta vivendo una situazione insostenibile ed è giusto che la gente lo sappia» dicono dal Centro Italo-Venezolano
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Anche da Corato si alza un coro di voci che chiede il «Venezuela libero».

Domenica scorsa il Centro Italo-Venezolano si è radunato in piazza Simon Bolivar, con tanto di cartelloni e bandiere, per manifestare la grande preoccupazione per una terra che ormai da anni non vive più in pace. Sono circa 4mila i coratini di prima generazione che vivono in Venezuela, senza contare i loro figli e nipoti. Ben due milioni, in totale, gli italiani che ancora si trovano lì.

«È per loro che siamo molto preoccupati, oltre che per tutti i cittadini venezuelani» hanno dichiarato i manifestanti. Lo Stato del sud America che «ha rappresentato una grande occasione di crescita e di sviluppo per Corato sta vivendo una situazione insostenibile ed è giusto che la gente lo sappia. Per tutti loro non è possibile andare avanti in queste condizioni. Il nostro è un appello per il rispetto dei diritti umani e per il ripristino della democrazia nel Paese». Caracas è nel caos, la gente scende in strada da giorni per manifestare contro il presidente Nicolas Maduro: già in quattro hanno perso la vita e moltissimi sono i feriti.

Le testimonianze
«Mi sono trasferita qui a Corato da un anno e mezzo» ha raccontato una giovane donna, figlia di coratini emigrati in Venezuela. «Non riuscivamo a trovare più il cibo, anche andando a lavorare da mattina a sera il denaro non era mai sufficiente per soddisfare i bisogni primari.

Lasciare tutto, lavoro, casa, famiglia, non è stato semplice. Ho dovuto farlo, per provare a dare un futuro migliore ai miei figli». Ciò che, del resto, avevano fatto ti suoi genitori prima che lei stessa nascesse.

«Grazie – ha concluso rivolgendosi a quanti erano presenti in piazza Simon Bolivar – perché ci state ascoltando, perché non siete indifferenti a quello che sta accadendo in Venezuela. Tanti giornali lo sono, la stampa non sta dando ancora abbastanza spazio alla vicenda».

«Vorrei che il pensiero di tutti noi andasse a quanti stanno soffrendo, a chi è morto per chiedere la libertà per il Venezuela – ha aggiunto Nicola Vangi, un altro figlio di migranti – Io voglio continuare a credere nella forza delle persone e non nelle fantasie dei politici. Dobbiamo dire basta alla sofferenza delle persone, tanti nostri parenti sono ancora lì. Le famiglie si sono divise nella speranza di trovare la salvezza.

Non chiediamo nulla: solo la pace, perché essa possa essere il nostro spazio di felicità».

venerdì 14 Aprile 2017

(modifica il 23 Luglio 2022, 12:18)

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Pino Gabriele
Pino Gabriele
7 anni fa

Ero presente in piazza e sono uno dei promotori della manifestazione .
Ringrazio di cuore a nome di tutti gli amici del Centro Italo Venezolano per la pubblicazione dell`articolo.