“Lo Stato della Democrazia oggi” è il titolo dell’incontro organizzato dall’Arci La Locomotiva per mercoledì 25 gennaio alle 19.30.
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Nella propria sede, in piazza Savoia 4, l’associazione ospiterà due professori dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, Ottavio Marzocca e Onofrio Romano. A condurre la conversazione saranno Jacopo Francesco Mascoli e Felice Addario.
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«Qual è lo stato della Democrazia oggi, e quale il ruolo di noi cittadini? Quali difficoltà e rischi stiamo vivendo e, insieme, quali strade e prospettive sono auspicabili?
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Queste – scrivono – le domande che ci accompagneranno durante la discussione che attraverserà molteplici temi fra i quali la crisi della partecipazione alla vita politica, il rapporto tra finanza e politica, le recenti elezioni di Donald Trump negli USA. Ampio spazio sarà inoltre lasciato agli interventi dal pubblico».
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Ottavio Marzocca insegna filosofia etico-politica ed Etica sociale all’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”. Da alcuni anni si occupa degli aspetti politici, etici, sociali e storici dei sistemi di sapere-potere e delle forme di governo della nostra società. Su questi temi ha pubblicato: “Perché il governo: Il laboratorio etico-politico di Foucault (2007)” e “Il governo dell’ethos: La produzione politica dell’agire economico” (2011).
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Onofrio Romano insegna sociologia generale presso l’Università degli Studi di Bari. Da alcuni anni si occupa di temi legati al Mezzogiorno, ai sistemi di governo della Seconda Repubblica, della Postdemocrazia e della dimensione socio-politica barese. Tra i suoi lavori più recenti: “Buonanotte Mezzogiorno” (2017), “Sociologia di Bari. Tra sogno e realtà” (2016).
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Parlando di “democrazia”, chiedersi quale debba o dovrebbe essere il ruolo dei cittadini, è un puro pleonasmo: è chiaro che, etimologicamente, dovrebbero indirettamente “governare”. Questo, genericamente. Nel nostro caso, laddove cioè la “res publica” ci è giunta in modo assai fortunoso e scontato solo dopo una guerra disastrosa e sbagliata, il discorso è diverso: l’incapacità atavica del popolo italiano nel governarsi secondo i canoni della normalità si è manifestata nella sua pienezza nei 64 governi susseguitisi in 70 anni di repubblica (sarebbero dovuti essere 15) e nell’enorme divario tra la politica, con i suoi rappresentanti, ed il popolo stesso. Penso che nel simposio si useranno molti congiuntivi, condizionali e futuri. Il presente sarà usato raramente. Riguardo all’ateneo intestato a Moro, su come la DC gestì il ’68 (l’inizio dei guai), ho già parlato. Avevo allora vent’anni…
nessuno ovviamente. perchè siamo in democrazia?