Attualità

“Immediately past”, un film per tornare a «vivere di incontri»

Ingrid Vernice
La presentazione di “Immediately past”
Per il regista Sergio Racanati il titolo in italiano dovrebbe essere "E la festa è finita" per sottolineare la conclusione immediata di ogni azione, scelta o comportamento umano, ormai piegati alla volontà della tecnocrazia
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Per il debutto nazionale di “Immediately past” il regista Sergio Racanati ha scelto Corato. La prima del film d'arte è passata sul grande schermo del Cinema Elia domenica scorsa, nell’ambito del programma #inPuglia365.

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Il film è stato prodotto da “Lavorare stanca” con la partecipazione di That’s Contemporary e BeArt. La proiezione cinematografica fa parte di un progetto più grande, una sorta di trilogia, che comprende una riproduzione sonora, una performance artistica e, appunto, il film. La realizzazione della pellicola è stata possibile grazie alla partecipazione di Roberto Corradino, Teresa Vaccarella, Matteo Sedda e Lele Morelli.

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La presentazione
nLa proiezione è stata preceduta dagli interventi di: Nico Cirasola, per  il Cinema Elia, il quale ha sottolineato la volontà di continuare a sostenere il cinema di autore anche se questo vuol dire rinunciare ad una proiezione domenicale durante il periodo delle festività natalizie; Giuliano Maroccini per “Verso sud”, festival di arte pubblica, che ha insistito sulla necessità di iniziative culturali che promuovano la partecipazione e intensifichino il senso di comunità “perché alla fine ci nutriamo di incontri”; per ultimo Sergio Racanati, il regista. Per quest’ultimo la traduzione italiana per il titolo del suo film dovrebbe essere “E la festa è finita” a sottolineare la conclusione immediata di ogni azione, scelta o comportamento umano, ormai piegati alla volontà della tecnocrazia.

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Il film
nL’opera del regista pugliese è sicuramente riservata ad un pubblico d’élite, disposto a mettere in gioco il proprio immaginario e a confrontarlo, fino a confonderlo, con quello del regista. È senza alcun dubbio un film contemplativo che non ha bisogno di trame arzigogolate ed effetti speciali, ma solo di una lettura attenta del metalinguaggio utilizzato con grande ispirazione dal Racanati. L’atmosfera che si respira è tendenzialmente sospesa dalla narrativa irrisolta, con chiari riferimenti ai simboli della cultura pop, tanto diffusi quanto passeggeri, e ad oggetti consunti da un tempo che sembra essere sempre più limitato.

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Per più di un’ora lo spettatore si trova ad essere disturbato, turbato, da una sequela di personaggi al limite del surreale, ma con sguardi talmente profondi da esprimere perfettamente la desolazione spirituale dell’uomo contemporaneo ormai privo di riferimenti. “Live for the moment not the memory” è una delle frasi che compaiono a tutto schermo in sala, e racchiude in poche parole il pensiero, o forse l’augurio, che il regista Sergio Racanati intende rivolgere al suo attento spettatore.

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martedì 6 Dicembre 2016

(modifica il 23 Luglio 2022, 20:26)

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