Attualità

L’esodo dei docenti. La storia di una coratina in viaggio verso il Veneto: «Siamo vittime del sistema»

La Redazione
Maria Teresa Tarantini
Dopo circa venti anni da precaria, Maria Teresa Tarantini ha un contratto di ruolo a seguito della riforma "Buona scuola". Lo scorso anno insegnava nella scuola Fornelli
24 commenti 10331

È iniziato ieri l’esodo degli insegnanti verso le loro cattedre. La notte scorsa per molti, tra cui anche diversi coratini, è passata su un treno o su un autobus. Destinazione Veneto, Emilia Romagna, Lombardia.

nn

In viaggio verso realtà come Oriago, una frazione del Comune di Mira – in provincia di Venezia – che ha meno di 11mila abitanti. È il caso dell’insegnante Maria Teresa Tarantini, costretta a lasciare a casa sua figlia Rosanna alle prese con l’ultimo anno del liceo classico.

nn

«Sono una delle vittime di questo sistema» ci dice mentre è in viaggio, con la fatica di lasciare la sua vita e con l’incertezza del futuro. Dopo circa venti anni da precaria, ora la Tarantini ha un contratto di ruolo a seguito della riforma “Buona scuola”. Lo scorso anno insegnava nella scuola Fornelli.

nn

«Lo abbiamo saputo il 29 luglio, mentre stavamo andando in vacanza – racconta la figlia Rosanna -. È stato mio zio a scoprirlo tramite internet.

nn

La settimana di ferie è andata così: mentre io ero al mare, mamma restava a casa per parlare con i sindacati e fare ricerche. Venezia era la sua 59esima scelta, molto dopo Foggia e le altre città più vicine e accessibili come ad esempio Pescara.

nn

Con la richiesta dell’avvicinamento le hanno proposto un paese nelle vicinanze di Parma: accettando si sarebbe vincolata per tre anni senza possibilità di replica. Ha rifiutato e alle 18 di ieri è stata pubblicata la lista dell’assegnazione provvisoria. Dopo poche ore è partita».

nn

«Non avrei mai pensato che potesse capitare a noi – riflette Rosanna -. Io sono grande, riesco a badare a me stessa, mi sento fortunata se penso a tanti bambini che si trovano nella mia stessa situazione. Tuttavia mi chiedo perché mamma e tanti altri insegnanti debbano essere costretti a sconvolgere la propria vita. Ho sentito anche le storie delle altre colleghe di mamma, tante persone dovranno lasciare i bimbi piccoli o fare le valige a sessant’anni».

nn

La Tarantini è una delle insegnanti con il nastrino rosso al polso
nVenerdì scorso i docenti si erano riuniti fuori dall'Ufficio Scolastico Regionale pugliese per reclamare a gran voce trasparenza e celerità. A nulla sono servite le rassicurazioni, numerosi gli errori del famoso algoritmo "fantasma" (perché mai pubblicato) del Ministero dell'Istruzione.

nn

Il problema è ormai noto: dopo una prima fase assunzionale lo scorso anno, il Governo aveva rassicurato questi docenti sulla possibilità di tornare nelle province di provenienza grazie alla mobilità straordinaria. Invece, per molti la beffa: errori madornali (docenti con 0 punti rientrati a casa e docenti con oltre 10 anni di anzianità ancora fuori), il silenzio ostinato dagli uffici del Ministero, i tentativi di conciliazione a parziale ammissione che qualcosa, evidentemente, non ha funzionato.

nn

A questo si aggiunge un dato statistico su cui più volte dalle nostre Regioni è arrivato l'invito a riflettere: sono oltre 3000 le cattedre del cosiddetto "organico di fatto", cattedre che dovrebbero essere temporanee e invece esistono da anni. La lotta ora è duplice: da una parte, uno snellimento delle procedure, che dovrebbero essere più trasparenti (ricordiamo, a titolo di esempio, che i numeri cambiano spesso, nei comunicati degli uffici scolastici), dall'altra un'attenzione più coerente alla formazione degli studenti meridionali, che hanno lo stesso diritto di accedere al tempo prolungato e a un'offerta educativa completa rispetto ai loro coetanei del nord Italia.

nn

Con questi obiettivi, sono scesi ripetutamente in piazza i docenti "vittime" di questa cattiva gestione ministeriale, con al polso un nastrino rosso, che non vogliono una "guerra tra poveri" con i colleghi precari delle graduatorie a esaurimento (Gae), ma piuttosto il rispetto di alcune norme e, in generale, un aiuto concreto alle scuole, agli studenti e ai docenti del Sud.

nn

«Il triste destino che accomuna noi docenti del meridione e della Puglia in particolare – spiegano – è la chiara espressione di un paese lacerato da divisioni più che di sostanza, di forma. Sì perché gli obiettivi sono comuni (lavorare nella propria terra), ma le divisioni sono di forma (neoassunti fase C da Gae, noi. I Gae, ancora precari loro, dall’altra). Ne consegue uno scenario caotico del tutti contro tutti e tutto. Infatti, il problema non sono le legittime richieste dei docenti: lavorare e svolgere serenamente il proprio ruolo nelle scuole al servizio delle comunità, ma una legge che è stata approvata con tanta fretta e proclami che di fatto dimentica le persone e le comunità.

nn

Ma restano ancora evidentemente poco chiari molti concetti: noi docenti neoassunti da ex fasi nazionali B e C da Gae, nell’agosto 2015 ci siamo ritrovati a fare domanda per il piano straordinario di assunzioni, che più che una semplice domanda è stata una scelta se lavorare o restare disoccupati dopo anni e anni di formazione e tanti chilometri per raggiungere le scuole dove siamo stati assegnati per le supplenze anche per una manciata di giorni. Non solo, ci siamo sentiti minacciati dal quel comma 131 art. 1 della 107/2015 che prevede supplenze per 36 mesi. Poi la nostra sorte nelle Gae sarebbe stata ignota. Seppur vero che il piano assunzionale era nazionale, anche vero che la Puglia fa parte dell’Italia e che i posti, vedasi le cattedre di deroga sul sostegno, sono opportunità prioritariamente per noi docenti neoassunti secondo la legge (comma 69), emendamento Puglisi comma 108, il ccnl (art 3, comma1, art. 7 comma 12, art. 9 comma 1), e sentenze varie.

nn

In questo scenario del tutti contro tutti poi, abbiamo assistito, attoniti, a dichiarazioni rilasciate da alcune fonti sindacali al fine di sostenere le richieste dei Gae. Seppur palesemente illegittima, è stata fatta dichiarazione di “riservare una quota dei posti in deroga per i precari”. Questo significherebbe violare la legge e vorremmo ricordare a chi propone tali misure che accantonare posti dell’organico di fatto a favore dei precari costituirebbe un illecito su cui, già in passato, ci sono state sentenze. In proposito, citiamo l’ordinanza n. 6744 21/12 2015, con la quale il tribunale di Brindisi ha condannato l’USR: “alla luce del quadro normativo e regolamentare disciplinante la materia, deve concludersi ritenendo che i posti disponibili entro il 31 dicembre debbano essere assegnati prioritariamente al personale di ruolo e solo all’esito, al personale supplente, essendo coerente con tale impostazione anche il CCNI laddove stabilisce che i posti utili alle assegnazioni provvisorie sono quelli risultanti dal quadro complessivo delle disponibilità, ed eventuali successive modificazioni ed integrazioni da predisporsi per ogni provincia (v. art. 1 comma 5 CCNI concernente le utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie del personale docente, educativo ed A.T.A. per l’anno scolastico 2015/2016)". 

nn

Pertanto noi chiediamo invece che le organizzazioni sindacali si impegnino invece nel cancellare qualsiasi tipo di disparità di trattamento cominciando dalla collaborazione con la Regione Puglia che attraverso la richiesta di riapertura degli organici dell’autonomia (come esplicitato dalla mozione “La Buona Scuola” approvata all’unanimità in consiglio regionale il 21 luglio scorso) contribuirebbe a fare rientrare in Regione i docenti oggi “deportati” al Nord, permettendo nuove assunzioni per i Gae e dunque facilitando quei meccanismi virtuosi che sono vere opportunità di sviluppo culturale ed economico per la Puglia e per l’Italia intera.

nn

Comprendiamo il timore dei colleghi che hanno volontariamente scelto di non aderire al piano rinviando, a data da destinarsi, la loro assunzione in ruolo e propri per questo li invitiamo ad unirsi ai nastrini rossi nella battaglia per lo sviluppo del Sud».

n

mercoledì 31 Agosto 2016

(modifica il 24 Luglio 2022, 2:10)

Notifiche
Notifica di
guest
24 Commenti
Vecchi
Nuovi Più votati
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
luigi
luigi
7 anni fa

ma vergognatevi ,ringraziate il signore che avete un lavoro,usare la parola deportati,almeno lei l’ha saputo mentre stava in ferie che diventava di ruolo.C’e’ gente che non ha un lavoro e non va neanche in ferie e non puo dar da mangiare hai figli.lei almeno spiega a sua figlia che diventa di ruolo.Ci sono mamme e papa che devono spiegare altro.

francy
francy
7 anni fa

Sono d’accordo, questi docenti hanno accettato l’anno scorso con la speranza tutta italiana di trovare una via di fuga o “escamotage”, pensate a quanti brillanti giovani e mamme con famiglie costretti/e a spostarsi all’estero senza certezze per ragioni di lavoro…..Quindi per favore finiamola con l’idea di dover lavorare sotto casa, finiti da molto i tempi delle “vacche grasse”…….

Marco
Marco
7 anni fa

Queste “vittime del sistema” possono anche rifiutare l’incarico ed evitare di essere VITTIME. Ci sono tante altre persone che vorrebbero essere delle “vittime” accettando un posto di lavoro e uno stipendio sicuro e non hanno la possibilità di esserlo. Io quando sono andato via per lavoro nessuno mi ha dedicato un’articolo, e sicuramente non avrei permesso nessuno di scrivere qualcosa sul mio conto, comunque non mi sono mai sentito una vittima. Opinione strettamente personale.

Franco
Franco
7 anni fa

L’anno scorso i docenti fascia A/B/C docenti con punteggio “basso” in graduatoria,(alcuni di questi hanno alle spalle appena un’anno di lavoro)sono stati messi di fronte ad una scelta: accettare il ruolo in “TUTTO” il territorio nazionale oppure restare precari. La parola “Ruolo” ha fatto gola ha molti che di conseguenza hanno accettato insindacabilmente il trasferirsi fuori (tanto poi troviamo l’escamotage o una finta 104). Ora cosa succede che “come da buon costume italiano” il governo dopo aver fatto un “PAPOCCHIO” di legge(fatta in tempi brevi pena sanzione dalla comunità europea) ha dato possibilità ai docenti di fase A/B/C di richiedere assegnazione provvisoria avendo priorità (cosa davvero assurda)su i docenti di fase 0 ovvero docenti che hanno conquistato il ruolo sul campo cioè acquisendo punti in graduatoria e che magari lavorano già da diversi anni lontani dalla famiglia…

Maurizio
Maurizio
7 anni fa

Sono d’accordo : sono finiti i tempi delle vacche grasse! ……imparate a fare sacrifici. Vorrei spiegare a questa gente che con il mio lavoro non posso fare ferie e sono costretto a farlo questo lavoro. Perché’?………. anche noi non privilegiati abbiamo dei figli.

Aldo da Milano
Aldo da Milano
7 anni fa

Dipendenti pubblici che si lamentano ???pensate a quanta gente nel lavoro privato è dovuta andare via perché non ci sono paghe adeguate e ne diritti di nessun tipo!!!!credo che se ad alcuni docenti non gli va bene questa situazione,esistono le dimissioni lasciando spazio ad altri!!!benvenuta al nord!!!!

RIMANGO BASITO
RIMANGO BASITO
7 anni fa

…addirittura dedicare un articolo… i sigg. neo-docenti sapevano già che avrebbero potuto avere destinazioni scomode, e mo? Si lamentano pure…! Non gli basta lavorare e sapere che Natale, Pasqua, 1 e 2 Novembre, Carnevale, Santo patrono, 1 Maggio, 2 Giugno, e l’estate quasi tutta, stanno a casa ,sì, a casa!!!! Senza poi considerare le ferie a cui da contratto si ha diritto. Ditemi, ora, chi vi da tutti questi privilegi di questi tempi? Tutto ciò è osceno! Uno schiaffo a chi non riesce nemmeno a trovare un lavoro come mescitore… Vi do un consiglio se volete restare più tempo a casa, a fare non so cosa, mandate i certificati medici perché tanto chi che se ne importi! Ah, già fatto!!!?? Scusate.. E IIIOOO PAAAAGOOOO!!!

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
7 anni fa

Rosanna, hai appena 19 anni ma noto che sei già matura per il “piagnisteo”. Lascia tale vezzo a quelli più vecchi di te, che nulla hanno fatto per cambiare il sud, e datti da fare, assieme ai tuoi coetanei, per dare dignità al popolo meridionale (che le inutili lamentele sugli esodi non aiutano di certo a far emergere). O fra due anni quelli del centro-nord si devono attendere, con la loro annoiata indifferenza, palese disistima e con scontata ripetitività, la solita messe di voti da parte vostra? Se un Grillo, ad esempio, viene ora ritenuto, anche quaggiù, un “salvatore della Patria” solo perchè afferma che “2+2 fa quattro” (e cioè che in politica occorre onestà e correttezza), questo avviene perchè finora il popolo ha creduto che “facesse 5” (che fosse cioè normale il contrario).

Aldo da Milano
Aldo da Milano
7 anni fa

Coratolive perché non scrivete un articolo sulle povere ragazze che lavorano dai signori commercialisti prendendo 500 euro al mese no tredicesima, no quartodicesima ,ferie non pagate!!!però con busta paga regolare!!!wake up coratini !!!!

MIchele
MIchele
7 anni fa

Per la maestra in partenza. Io sono fuori da più di dieci anni perchè non volevo essere precario ed insegnare pochi mesi all’anno con nessuna continuità. Tra viaggi, fitto, baby sitter per i miei figli e costo della vita ho guadagnato molto meno di quei precari che sono rimasti al sud.In cambio ho affronato le difficoltà con dignità e serietà senza mai lamentarmi. Ora per colpa di questi piagnistei la categoria dei docenti deve subire ulteriori attacchi gratuiti. Potevate rinunciare. A chi invece critica i docenti per i troppi privilegi consiglio di provarci anche loro a diventarlo, semplice.

Rosanna Cordini
Rosanna Cordini
7 anni fa

Tutti pronti a giudicare….. ma ci rendiamo conto che dopo 20 anni di lavoro precario, di studi di sacrificio, queste DONNE devono andare a lavorare e pure lontano da casa. Queste donne sono sopratutto “Mamme” ed alcune hanno hanno problemi familiari seri… che le costringono a lavorare x portare i soldi a casa e sono costrette a gestire il tutto lontane da casa…. Prima di fare commenti riflettete…

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
7 anni fa

…” provarci anche loro a diventarlo”..? E’ una sfida che milioni di disoccupati vorrebbero affrontare volentieri. Per la mia esperienza di docente volontario pomeridiano di scuola secondaria (su esplicita richiesta del dirigente scolastico), tale professione diventa davvero impegnativa soltanto se si cerca con insistenza di “educare”, scontrandosi quotidianamente con la maleducazione, l’apatia giovanile e la non collaborazione dei genitori diffuse, piuttosto che limitarsi a sciorinare, in aula, freddi dati nozionistici, “come il mero programma richiede”.

Michele
Michele
7 anni fa

I milioni di disoccupati possono inizare ad iscriversi all,’Università, per poi laurearsi, abilitarsi, specializzarsi e vincere almeno un concorso. La ragazza “commercialista” puo già passare alla fase dell’abilitazione essendo presumo gia laureata.

Mimmo Roselli
Mimmo Roselli
7 anni fa

Concordo con la Sig.a Tarantini quando dice : “siamo vittime di un sistema”…il sistema creato ad hoc dai criminali vermi parassiti che ci governano….Mettere le categorie, i cittadini, gli uno contro gli altri…..Disunirli…”Divide et Impera” (dividi e comanda) – è il migliore espediente di una tirannide per controllare e governare un popolo è dividerlo, provocando rivalità e fomentando discordie….Noi italici, non siamo mai stato popolo, un popolo unito, avrebbe gia’ mandato a nuoto, sulle coste africane, come profughi, il tiranno di turno al potere e tutti gli amici e compagni di merenda, collusi con questo sistema marcio….Le auguro, sig.ra Tarantini , un presto ritorno nelle sue radici.

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
7 anni fa

Laurearsi? Pensa che io, con una laurea datata (che non mi è servita per l’impiego, dato che a vent’anni ero un sottotenente pilota e controllore di volo), mi vanto solo della mia licenza elementare ottenuta a Milano nel 1958. Il mercato del lavoro ormai richiede solo pizzaioli. Certo che se riempiamo le scuole di alunni scansafatiche, allora abbiamo bisogno anche di docenti. E sinceramente, da economista, sono felice. Da italiano di vecchio stampo, no.

Francesco Tarricone
Francesco Tarricone
7 anni fa

Che vergogna questo articolo. Perché la redazione non ha fatto gli stessi articoli, quando lavoratori di Corato sono stati costretti a fare le valigie, i fortunati, perché a loro sede di lavoro è stata chiusa dalle loro aziende? Quando si toccano i docenti succede sempre la rivoluzione. Ma per favore

nerdrum
nerdrum
7 anni fa

il lavoro è sacro soprattutto quando nn ce ne. va preso e basta a corato, canicattì, bolzano o in germania. altra cosa è il magone dei 40enni, con figli magari, che si trovano in poche ore a dover lasciare casa, famiglia, affetti, proprio territorio (ne sentiamo tanto parlare in questi gg. di terremoto). come sempre tanti commenti pieni di livore, ostilità invidiosa, magari di chi ha fatto 101 concorsi ed è stato sempre bocciato.

Mimmo Roselli
Mimmo Roselli
7 anni fa

Finalmente Matteo Renzi ha sistemato la moglie; da questa mattina Agnese Landini è insegnante di ruolo all’istituto tecnico e linguistico Peano di Firenze. Infatti, con la “Buona Scuola” del marito, la cattedra la ha ottenuta per mezzo di una chiamata diretta della preside.
La meritocrazia tornerà di moda.

Marilù
Marilù
7 anni fa

Egregi signori dai salomonici giudizi, attaccate docenti che, con tanti anni di servizio e con punteggi alti sono stati costretti ad andare a lavorare lontano, quando altri, senza esperienza e con punteggio pari a 0, hanno ottenuto l’agognato “ruolo” vicino casa? Tra l’altro nemmeno questi ultimi ne hanno colpa. Il nòcciolo della questione è, nell’errore fatto dal Ministero nell’attribuzione delle sedi, errore, tra l’altro non ammesso. Piuttosto, invece di sputare veleno, dovreste considerare che siamo tutti nella stessa barca, governati da gente impreparata ed indifferente ai bisogni collettivi. Si toglie la speranza ai giovani di realizzare i propri sogni, assistiamo al suicidio di imprenditori costretti a chiudere le aziende ed alla disperazione di chi e stato licenziato, all’abbandono della propria casa per realizzarsi…Meno livore, per favore!

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
7 anni fa

Marilù ha ragione, ma dimentica una cosa importante: quella “gente impreparata” che ci governa, hanno contribuito a mandarla lì dove sta, anche coloro che ora si lamentano di lei. Su questo punto io batterò sempre, e non accetterò mai, da uomo sempre stato combattivo, che non ha chiesto mai nulla, in vita sua, né a santi né ad onorevoli, di condividere del tutto, ma solo in parte, per quanto riguarda l’aspetto “umano”, i problemi di chi affronta la vita lamentandosi. Mi piacerebbe sentire qualcuno che dicesse, almeno una volta: “quello che mi è successo è per responsabilità mia”. Dare la “colpa al sistema”, era una metaforica frase fatta, in voga qualche decennio fa, e sinceramente pensavo fosse passata di moda. Ripeto: se invece di andare dietro alle lucciole politiche geograficamente lontane, si fosse creato un qualcosa quaggiù, forse ora quelle valigie rimanevano in soffitta.

Antonella brigida
Antonella brigida
7 anni fa

Tutti hanno ragione, perché tutti vogliamo lavorare per garantire alle nostre famiglie un’esistenza libera e dignitosa, come garantisce la costituzione, ogni decisione presa accontenta alcuni e scontenta altri, ma, per tutti, quello che non si può accettare, perché assolutamente antisocisle e anticostituzionale, è l’arbitro di dividere le famiglie, disgregarle, distruggerle psicologicamente, metterle di fronte al una scelta crudele: rimanere unite e rinunciare al lavoro, o accettare il lavoro e decidere di separarsi per chissà quanto tempo? Scelta impossibile se non a fronte di un’enorme sofferenza sia per l’una per per l’altra decisione. Provare per credere…caro Renzi e cari sindacati!…intanto noi siamo costretti a partire, a sostenere spese inaudite che nessuno ci rimborsera’ mai, uno stipendio che va in fumo, una famiglia che si perde, la mente che non comprende.

antonio mansolillo
antonio mansolillo
7 anni fa

Ritengo che la signora e tutti gli altri insegnanti a cui è stato assegnato un posto fisso nella pubblica amministrazione, comunque, si debba ritenere fortunata in quanto parte dalla propria città con una destinazione ben definita, sicura dove potrà riorganizzare il proprio futuro. Pensate a quanta gente ha lasciato dignitosamente madre, padre,figli e mogli per cercare lavoro altrove anche in quelle nazioni dove non si conosceva neanche la lingua. Per un migliore futuro è bene fare qualche sacrificio.

Lidia Vanzo
Lidia Vanzo
7 anni fa

Si lamentavano di essere precari, poi una volta di ruolo si lamentano perché non hanno il posto fisso a casa loro. Forse dimenticano che tutt’oggi ci sono persone laureate e non che lasciano la famiglia per spostarsi rientrando a casa il fine settimana o addirittura quando possono. Ma si sa come si gioca nel Pubblico impiego, prima si accetta e dopo aver preso servizio il primo giorno (obbligatorio) fioccano le malattie e le richieste di trasferimento. E così i nostri ragazzi vanno avanti con il supplente del supplente del supplente. Parlo con cognizione di causa per aver toccato con mano situazioni di questo tipo. Evviva la scuola italiana!

Olimpia Maggi
Olimpia Maggi
7 anni fa

Come sono stati assunti precari? per quanto tempo era il contratto che poi si è prolungato per molti anni? Ora sono stati assunti definitivamente, certo tutti si sentivano protetti e fiduciosi di restare dove erano stati mandati come precari, c’è chi si è fatto una famiglia, chi altri interessi ed ora (la loro rovina) TRASFERIMENTO. Scusatemi parlo per esperienza a me è successo ben 40 anni fà, come potete notare non sono novità, se si vuol lavorare si va dove c’è lavoro. Io concorso pubblico da Roma a Milano o restavo a casa, scelta Milano firma per 4 anni e così è stato perciò non ve la prendete con nessuno, vi voglio solo dire 40 anni fa il governo era un’altro. ognuno la pensa come vuole. per finire voglio dire che tutti gli altri anni che ho lavorato facevo 40 Km la mattina per andare al lavoro e 40 Km per tornare a casa tutti i giorni. La cosa importante è avere un lavoro.