Politica

Potere al popolo presenta i suoi candidati: «Combattono e ripudiano l’oppressione»

La Redazione
Il sit-in di Potere al popolo davanti all'ospedale di Ruvo
L'appuntamento è per sabato alle 20 in largo Aregano. In caso di pioggia l'incontro si terrà presso il Caffè degli Artisti, nella vicina piazza Di Vagno
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«Esiste una sensibilità diffusa nel paese alle ingiustizie, esiste un popolo che non si è rassegnato e non vede l’ora di liberarsi. Insieme possiamo costruire un paese diverso, in cui non si è preda della rassegnazione o dell’odio, in cui la solidarietà vince sull’egoismo».

Parte da queste premesse Potere al Popolo, il partito che sabato 24 febbraio invita la cittadinanza ad un incontro con i candidati: Teresa Racanati, candidata alla Camera uninominale; Beppe Zanna, candidato al Senato uninominale; Pasquale De Candia, candidato al plurinominale della Camera; Eleonora Forenza, europarlamentare e candidata al plurinominale della Camera.

«Sono donne e uomini che combattono e ripudiano l’oppressione razzista, di classe, di sesso, la guerra, la devastazione della natura e della vita – scrivono dal partito – Sono persone che fanno parte di organizzazioni, democratiche e antifasciste, femministe e ambientaliste. Vengono da storie differenti, ma vogliamo costruirne una comune tra chi non si rassegna all’ingiustizia, allo sfruttamento, alla sopraffazione dilaganti e vuole cambiare le cose. Sono un popolo ribelle».

L’appuntamento è per sabato alle 20 in largo Aregano, in caso di pioggia l’incontro si terrà presso il Caffè degli Artisti, nella vicina piazza Di Vagno.

venerdì 23 Febbraio 2018

(modifica il 22 Luglio 2022, 18:48)

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...mah..!
...mah..!
6 anni fa

Quando, a cominciare dalla scuola, non si inculcano i veri “principi rivoluzionari” (senso dello Stato, delimitazione dei poteri della “casta”, importanza della tradizione e della cultura), ci si perde in questo modo, dietro ad ideologie da “anni '70″…

Amedeo Strippoli
Amedeo Strippoli
6 anni fa

Forse non si rendono conto, che quelli, che dicono di combattere sono gli stessi che nel 68 dicevano le stesse cose, che ora dicono loro.