Cultura

«Partecipare per crescere… insieme»

La Redazione
La biblioteca comunale
«Per credere ancora in Corato, nella sua Storia, nelle sue tradizioni, nei suoi valori culturali e morali, nelle sue grandi potenzialità inespresse ma, soprattutto, nei suoi cittadini e nel riscatto che meritano»
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L’incontro svoltosi il 16 maggio presso la Biblioteca comunale sull’interessante tema “La parola ai cittadini-Servizi pubblici contro la crisi”, organizzato dalla CGIL di Corato, che ha visto, tra gli altri anche la partecipazione dell’assessore alla P.I. e Servizi sociali Franco Caputo, intervenuto dopo l’introduzione di Ezio Falco, coordinatore locale della CGIL, del sociologo Leo Palmisano, che ha radiografato la situazione socio-economica del nostro Comune, e di Giuseppe Gesmundo, segretario generale CGIL di Bari, ci ha offerto la possibilità, non solo di esaminare ciò che sta accadendo sullo scenario politico-amministrativo, ma anche di riflettere sul nostro ruolo di cittadini e sui doveri delle istituzioni e delle organizzazioni politiche, sindacali e sociali presenti nella nostra città.

«Insieme ad altri convenuti – scrive il presidente del centro studi "Aldo Moro" Prof. Vito De Leo – ho voluto offrire anch’io un contributo al dibattito che, tuttavia, i limiti di tempo a disposizione non mi hanno consentito di esplicitare in maniera completa. Approfitto dell’ospitalità di questa testata giornalistica per esprimere alcune idee che mi auguro possano diventare oggetto di ulteriori confronti dialettici.

La crescente richiesta di partecipazione dei cittadini alle decisioni ed alla azioni che riguardano la cura di interessi aventi rilevanza sociale, presenti nella nostra realtà locale, nazionale ed europea – ho avuto modo di ricordare ai pochi presenti – ha oggi la sua legittimazione nel principio di “sussidiarietà” sancito nell’art 118 della nostra Costituzione. Quest’ultima prevede, dopo la riforma del Titolo V, anche il dovere delle amministrazioni pubbliche di favorire tale partecipazione nella delle conseguenze positive che ne possono derivare per le persone e per la collettività in termini di benessere spirituale e materiale.

L’applicazione di questo principio, hanno subito dopo convenuto tutti gli intervenuti, ha un elevato potenziale di modernizzazione delle amministrazioni pubbliche in quanto la partecipazione attiva dei cittadini alla vita collettiva può concorrere a migliorare la capacità delle istituzioni di dare risposte più efficaci ai bisogni delle persone e alla soddisfazione dei diritti sociali che la Costituzione ci riconosce e garantisce.

Da un lato alcune amministrazioni pubbliche hanno già intrapreso iniziative volte a favorire la sussidiarietà orizzontale e dall’altro la società civile si è mossa nella stessa direzione con azioni concrete sostenute peraltro da una parallela attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, di ricerca e di documentazione e, più in generale, di approfondimento scientifico del fenomeno.

Di questo e di altro ho inteso scrivere anche nel mio recente libro intitolato “Partecipare per crescere insieme”, nel quale sono riportati gli orientamenti per una nuova democrazia partecipativa, il senso della partecipazione, l’organizzazione dei processi partecipativi, le esperienze di “democrazia deliberativa”, la “Carta delle linee Guida della partecipazione”, gli articoli dello statuto comunale che prevedono gli “Istituti partecipativi” ed alcune esperienze personali condotte nelle Consulte comunali.

Insieme ai relatori e ad altri intervenuti abbiamo convenuto che il problema sia di natura culturale e, proprio per questo motivo, occorre lavorare a far nascere una concezione nuova della politica, immediatamente, così come è urgente sradicare una certa mentalità malata, inquinata da una visione distorta della gestione del bene pubblico.

E' fondamentale il rispetto, con onestà e trasparenza del patto con gli elettori al momento del voto, così come è necessario anche un rinnovamento delle classi dirigenti e istituzionali.

Abbiamo tutti constatato, inoltre, che il problema è trasversale a tutti i partiti e che un'ondata nuova debba arrivare direttamente dalla gente di Corato, a partire dai giovani, ai quali si chiede uno sforzo di maggiore partecipazione alla vita politica di questa città, nonché un'azione di verifica costante ed oculata sull'operato dell’Amministrazione comunale.

Siamo convinti che solo con l'introduzione del concetto di democrazia partecipata, sia possibile debellare ogni strana concezione di gestione della cosa pubblica, ma anche di offrire uno stimolo importante ai partiti presenti sul territorio. Questo è ciò a cui il Centro Studi Politici ”A. Moro” sta lavorando da quando si è insediato sul territorio.

Continueremo a proporre un modo diverso di intendere e di fare politica, una visione di società diversa, la realizzazione di uno stato sociale forte, in cui i diritti fondamentali siano garantiti a tutti.

La crisi politica, economica e sociale che è sotto gli occhi di tutti, non è il fallimento di un progetto politico, ma bensì, di una cultura che fa prevalere gli interessi verticistici ed oligarchici di chi muove la macchina amministrativa, su quelli legittimamente rivendicati da tutte le classi sociali, soprattutto da quelle più disagiate.

Infine, l'appello che rivolgiamo a tutti coloro che si identificano con la nostra idea di Società è quello di convincersi ad avere un ruolo attivo, propositivo, poiché è solo così che si può vincere una sfida troppo importante, per il nostro futuro e quello delle prossime generazioni.

Riteniamo opportuno riavviare al più presto un approfondito dibattito politico – programmatico non solo tra le realtà politiche ma anche e soprattutto tra tutti gli organismi di rappresentanza e di tutti i cittadini consapevoli della necessità di costituire un’alternativa credibile al modo di fare politica.

Quello che auspichiamo e proponiamo è la stipula di un Movimento di Collaborazione Civica, inteso come impegno serio, solenne e responsabile di piena disponibilità al servizio della città per fronteggiare uno stato di emergenza, che nasce dalla triste constatazione della drammatica situazione sociale, economico-finanziaria, politica e amministrativa nella quale versa ormai l’Italia con innegabili riflessi sul piano locale.

Il Movimento di Collaborazione Civica deve mirare ad unire quei cittadini e quelle realtà sociali, senza pregiudiziali di appartenenza, che, in concreto, si configurano come espressioni diverse e originali nei metodi e nella capacità propositiva, animate da sincero spirito di servizio e seriamente coinvolte in un progetto di recupero dell’efficienza e dell’efficacia nell’amministrazione della città; forze che dimostrino di avere a cuore in via prioritaria l’interesse della comunità, e che si impegnino in un intervento a carattere straordinario atto a risollevare le sorti della città. Tale Movimento deve essere costruito sul dialogo, sul confronto democratico e sulla condivisione degli obiettivi programmatici e deve trovare i propri fondamenti costitutivi in una decisa e qualificata azione amministrativa.

Obiettivi prioritari da sottoporre all’attenzione delle forze politiche, sindacali ed amministrative devono essere  il risanamento e il riequilibrio dei conti pubblici in condizioni oggi gravemente deficitarie, con il coinvolgimento dei cittadini organizzati che, come noi credono nell’importanza del “bilancio partecipato”, per poi, in tempi brevi, iniziare a riprogettare lo sviluppo ed il progressivo recupero economico, sociale e civile di Corato.

L’azione socio-culturale del Movimento deve essere regolata da valori ed ideali imprescindibili quali: trasparenza e imparzialità, etica politica e comportamentale, rispetto della legalità, competenza ed esperienza, equilibrio ed efficacia, efficienza ed economicità, rispetto per l’ambiente, coinvolgimento e partecipazione sostanziale dei cittadini, in particolare dei giovani, alle scelte fondamentali per il rilancio della città, salvaguardia del lavoro e della dignità dei lavoratori, adeguatezza dei servizi, tutela delle fasce deboli della popolazione, sostegno all’imprenditoria locale, spirito innovatore e riformatore, massima valorizzazione delle opportunità costituite dalle risorse e dai progetti comunitari, piena ed incondizionata adesione ai principi della Costituzione Repubblicana.

Tutto questo per credere ancora in Corato, nella sua Storia, nelle sue tradizioni, nei suoi valori culturali e morali, nelle sue grandi potenzialità inespresse ma, soprattutto, nei suoi cittadini e nel riscatto che meritano».

venerdì 18 Maggio 2012

(modifica il 26 Luglio 2022, 19:22)

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