Teatro

Per dire «no» al bullismo “Aspetta te stesso”

La Redazione
Per dire «no» al bullismo “Aspetta te stesso”
La storia di due fratelli che vivono le drammatiche vicende di una famiglia smembrata
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È tratto da un racconto di Walter Veltroni lo spettacolo che andrà in scena al Comunale oggi: “Aspetta te stesso”. Ad interpretarlo sarà l’attore Michele Lattanzio con la partecipazione di Alessandro Anglani e Gloria De Arcangelis. Firma la regia dello spettacolo Carlo Dilonardo; Paola Kork cura le scene e i costumi; Pino Dimichele le luci; Barbara Palumbo è l’assistente alla regia.

La serata (porte ore 20.30, sipario ore 21) è organizzata dall’associazione Arges Onlus, in collaborazione con il Comune di Corato e l’associazione Teatri&Culture.

«Uno spettacolo che parla del ricordo di un fratello perduto tanti anni fa. Un diario ritrovato, in cui leggere i pensieri e il dolore del ragazzo di fronte alla difficoltà della vita. Una storia vera di disagio, attualissima, verso la quale occorre porre una seria riflessione di natura civile e morale, raccontata con grande maestria da Veltroni e messa in scena con ossequioso rispetto e delicata attenzione» commentano gli organizzatori.

Partito da Trani molti anni fa per inseguire il sogno di diventare attore, Lattanzio studia presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “S. D’Amico” di Roma e realizza il sogno della sua vita con una serie di esperienze con i grandi del teatro: Zeffirelli, Lavia, Patroni Griffi, Luca de Filippo, Scaparro e la Falk.

Dopo le produzioni teatrali Lattanzio è passato alla televisione con partecipazioni a serie tv, note al grande pubblico: “Il maresciallo Rocca”, “Cento Vetrine”, “Distretto di polizia” per citarne alcune.

“Aspetta te stesso” è “la storia di due fratelli che vivono le drammatiche vicende di una famiglia smembrata in cui l’abbandono del padre, pur restituendo il silenzio e la calma ai propri figli, priva i familiari del supporto economico che consente loro la sopravvivenza. I ragazzi e la madre sono costretti ad abbandonare l’ambiente domestico e a trovare rifugio in un centro di accoglienza, privati dell’intimità domestica e delle loro consuetudini.

Giuseppe, il primogenito, è un medico oltre che affermato ricercatore: resta a sostenere il peso dell’assenza. Riceve dalle mani di sua madre il diario che suo fratello Giulio ha tenuto durante gli anni terribili della loro crisi familiare. Il segreto in esso custodito gli viene lasciato “in dono” perché possa farne tesoro per la sua vita. Giulio, non c’è più. Di lui, della sua voglia di vivere soppiantata dal dolore, della sua rabbia, della sua fragilità, rimangono solo quelle pagine protette per anni” come scrive Paola Colarossi su Odysseo.it.

giovedì 26 Aprile 2018

(modifica il 22 Luglio 2022, 15:30)

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